Sera di freddo secco,
un colpo di rasoio
che s’infila veloce
tra la frangia e il cappello:
un brivido aggiuntivo
sulle guance indifese.
Spiccano lungo il viale
i rami denudati
mentre a mucchi le foglie
s’adagiano fra i tronchi
ricordando l’ebbrezza
d’un troppo breve volo.
Tornano i miei pensieri
a dei lontani inverni
di cappotti leggeri
e di piedi gelati,
sabati pomeriggio
di passeggiate in centro.
Poi, ritornando a casa,
mi poteva bastare
il calore fugace
di amori immaginari,
il sorriso rubato
a un viso sconosciuto.
Oggi a, davvero,
perdermi nell’inganno
ma la morsa del gelo
requie più non conosce;
più non conosce tregua
il freddo nel mio cuore.
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