Siate sempre quel prato

DI GIOVANNI DE LUCIA

Ieri è come oggi

Oggi è stato il giorno in cui si è celebrata l’immortalità della vita

Che grande prato fiorito siete ed io a trattenere il fiato, perché non si sentisse il battito del mio cuore disturbare l’intreccio dei vostri sogni

Corolle di pensieri aperti alla luce di questo mondo

Non nuovi ingranaggi di uno spietato oggi, ma vento a spinger le pale di mulini pronti a macinare il domani

Fiori miei, profumi inaspettati, mi avete narrato di colui che ogni notte chiede al cielo una stella, barattandola con una lacrima

Mi avete raccontato di mari abbracciati al sole

Mi sono seduto in mezzo a voi e ho vuotato il tempo che sempre meno mi rimane, si troppo poco contenuto nel secchio di questo pozzo di cielo, dove anche la luna ha pudore nello specchiarsi

Occhi scuri come d’infinito, occhi chiari come di grandi speranze, mani tese per la voglia di sfiorare una vecchia cetra

Dono a voi la mia clessidra con i grani d’onice, nascondetela tra le vostre corolle, rompetela con le vostre risa

Questo tempo così non potrà più scorrere, perché troppo impegnato a percepire i vostri profumi e conoscerà il suo oblio e la vita la sua eternità

Siate sempre quel prato, come oggi siete la mia 3ªC

Foto da Pinterest

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