‘Spider’ di David Cronenberg (con Ralph Fiennes) è uno di quei film che difficilmente si dimenticano

di Gianfranco Ricci (psicologo)

“Spider” è uno di quei film che difficilmente si dimenticano.
Questo thriller, ambientato nella fredda e alienante periferia di Londra degli anni Cinquanta, racconta il dramma di Dennis “Spider” Cleg, un paziente psichiatrico.

Dennis, interpretato da Ralph Fiennes, attore inglese che vestirà i panni di Voldemort in “Harry Potter”, dopo essere stato dimesso da un manicomio, è inviato in una sorta di Comunità, di centro di reinserimento.

Le atmosfere cupe, la colonna sonora, le immagini, allucinatorie e oniriche, trasmettono un profondo senso di angoscia e smarrimento, permettendoci di entrare nel mondo in pezzi della follia.
Nel film, la costruzione di una sorta di “tela” diviene il tentativo per Dennis di rimettere insieme i pezzi della propria vita: dall’infanzia, segnata dal rapporto con una madre seduttiva e un padre alcolista e distante, fino al presente, abitato da fantasmi e incubi.

Le immagini e i ricordi si intrecciano, facendoci perdere ogni riferimento: le figure e i ruoli si mescolano, si sovrappongono, fino al colpo di scena finale.

In questo film è possibile osservare alcuni segni che, ad un primo “esame”, ci mostrano la condizione di vero e proprio abbandono a cui il paziente psichiatrico, quando solo, è costretto: la sporcizia, le molteplici camicie sovrapposte, il degrado degli abiti ci mostrano il destino di chi, solo, è confrontato con la follia.

Come sottolineò già Freud nel commento al caso clinico di Schreber, redatto su invito di Jung, nel delirio possiamo rintracciare un tentativo di guarigione, un modo di creare sorta di “rammendo” che rimetta insieme un’esistenza alla deriva.

Ecco come la tela del ragno diviene l’elemento chiave di lettura del film: un tentativo di ancorarsi ad una realtà che possa prevedere un posto anche per Dennis.

Il film, premiato e accolto con entusiasmo dalla critica, è una trasposizione del romanzo “Spider” (1990) di Patrick Mc Grath, autore di altri romanzi davvero interessanti, come “Follia”, “Grottesco” e il “Morbo di Haggard”.

Per approfondire:
-”Spider” di Patrick Mc Grath
-”Spider”, di David Cronenberg (2002);
-”Memorie di un malato di nervi”, di Daniel Paul Schreber.

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