Storia de l’U n° 7 (Strade)

di Paolo Massimo Rossi

Storia de l’U n° 7 Strade

Si trovava a camminare l’U. per vecchie stradine. S’era perso. Cercava Via del Porto. Un’edicola apparve pochi passi più avanti. L’U. decise di chiedere.
Rispose l’edicolante: Via del Porco? Le mostro una pianta della città.

L’indice segnando la carta evidenziò una piazza: Piazza Dicomoro da Venezia. È questa? No, chiedevo via del Porto. È qui; fiancheggia la; quello disse. La? S’informò L’U. parlando a voce bassa. Così bassa che nessuno ricordavane udita più bassa fuoriuscita da bocca d’uomo, se non da chi fosse afflitto da depressione inclamata o da celebrazione di messa mormorata.

Fu facile gioco, pertanto, scorgere l’apparire di un vecchio prete che, sorgendo dal basso dell’edicola sino al riquadro teatrinico, leggeva di Fozio: “Colui che generò se stesso ed egli stesso mandò se stesso riscattatore, or venti secoli sono.”

L’U. notò, a quel punto, che il prete, arrestandosi, disse scusate, ho sbagliato messabro, e tornò giù a cercare nel buio. Fu allor che gli occhi de l’U. videro, come sognando, uscire dal libro, rimasto sul banco, tre demoni occhieggianti severi la pianta della città.

L’U. ebbe paura: gli tornò il ricordo di pipistrello che, durante l’infanzia, aveva visto affisso a una porta di granaio.

Sì, ma la via del Porto? L’edicolante fece segno indicando una direzione col dito e l’U. seguì l’indicazione dell’indice verso un uomo con un gran sedere e una gran pancia che andava come spinto da contrappeso bilanciato. Lo segua vi condurrà, disse l’edicola domoticamente parlante, sino a Dicomoro da Venezia.

L’U. si avviò. Aveva, però, uno scarso senso d’orientamento relativo alla topografia stradale, si lasciò per questo guidare dall’istante. Che, tutti sanno, può istintivamente ingannare dicendo ad esempio: “Avelov asoc ehc” Ma l’U. sorrise, non gliela avrebbe fatta l’istinto all’istante, nemmeno invertendo le lettere parolaie.

Trovò Dicomoro ma non il Porto.

(Fotografa di P.M. Rossi)