‘Ti ho lasciata con gli alberi’, il nuovo libro di Terry Olivi

DI MANUELA MINELLI

E’ uscito qualche giorno fa il sesto libro della  “poetessa zen”, la poeta (come ama dire lei) della Natura, 

Terry Olivi.
Come scrive Plinio Perilli nella prefazione, questo è proprio un dolcissimo “romanzo in versi” che rincuora insieme il bisogno di ricordo, l’elaborazione del lutto e della perdita, ma soprattutto il diario cadenzato, parcellizzato, di una vera e propria educazione sentimentale – in nome dei valori veri, dell’eredità di affetti semplici e assoluti, sempreverdi come certe piante sempre amate, o egualmente i fiori di cui è stata adornata la loro vita.

Scrivere magnifiche poesie è uno dei sistemi che Terry Olivi usa per elaborare il lutto, infatti anche questa silloge poetica (come per “Nell’indaco notturno”, scritta dopo la dipartita di suo papà) nasce mentre Terry accompagnava la sua mamma nell’ultimo viaggio verso Matelica, la cittadina natìa di entrambe.
Anche in questo libro l’autrice affronta il dolore, abbracciando e lasciandosi abbracciare da Madre Natura. Con il garbo, l’eleganza e la grazia che la contraddistinguono, Terry ci narra di paesaggi in fiore, di alberi protesi verso l’infinito, di germogli e boccioli, di fiori e frutti, di linfa vitale, metafore di ricordi familiari, di infanzia e fanciullezza cosicché, sfogliando le pagine di questo libro soave, che sarà apprezzatissimo dagli animi più nobili e cristallini e che, vi assicuro, è tutt’altro che una lettura triste, sembra quasi di sentire il profumo di una cascata di petali di fiori.
Ecco, penso che ‘poete‘ come Terry Olivi andrebbero clonate, perché il mondo ha bisogno di semplicità, di bellezza espressa con poesie che sappiano parlare un idioma universale, che siano comprensibili da chiunque, non soltanto appannaggio dei soliti letterati e accademici, poesie che, molto semplicemente, arrivino dritte dritte al cuore. 
Per meglio intendere la poetica di Terry Olivi, vi lascio qui la poesia che dà il titolo al libro.
“Ti ho lasciata con gli alberi
da frutto in fiore
e ora la neve sta cadendo
sulle colline ieri verdi.
Anche la primavera si è stranita,
i suoi fiori gentili
coperti dal manto bianco.
In terrazzo al caldo sole
si srotolano le tenere foglie
del fico nato dal vento.
La speranza della nuova vita.
In una rete fitta
di amorevole affetto
sono avvolta ogni giorno:
tante telefonate,
tanti messaggi
per non lasciarmi mai sola.
Mi sento come un bambino
che sta imparando
a camminare da solo,
i genitori dietro le spalle.”

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