(Speaker radiofonico)
A metà anni ’70 ricevetti in regalo un registratore detto magnetofono della Castelli, famosa marca che dal dopoguerra produceva apparecchi a bobine poi a cassette.
Rivestito di similpelle, era dotato di un microfono esterno con cui potei finalmente divertirmi a registrare dalla radio tutta la musica che volevo.
Ironia della sorte, ignaro del fenomeno che in quel momento aveva travolto l’FM, le mie uniche fonti restavano la Rai e un’altra emittente che in quegli anni trasmetteva in onde medie: Radio Monte Carlo, in seguito dalle radio libere cominciai ad attingere a tutto il capitale musicale possibile.
Le nuove generazioni abituate ai suoni digitali, non possono nemmeno immaginare la qualità scadente delle registrazioni effettuate con un microfono a distanza minima dall’apparecchio radio.
Requisito fondamentale avere sufficiente pazienza da attendere il momento in cui il conduttore annunciava il brano prescelto, tappa successiva essere abbastanza rapidi da premere i tasti che consentivano la registrazione e altrettanto veloci da fermarla quando lo speaker tornava a parlare.
Ne risultavano fior di cassette piene di canzoni mozzate alle estremità con spezzoni vocali sovrapposti appartenenti al dj di turno.
Immagine tratta dal web
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