Vola, non aspettare!

DI SILVANA PINTO

… e lei aspettava…
Lei aspettava, davanti alla finestra mentre minuscole goccioline di pioggia scivolavano sul vetro appannando i suoi pensieri.

Stringeva tra le mani una tazza di tè bollente per riscaldarsi il cuore.

La casa era fredda e buia, lei amava la penombra forse perché così evitava di far luce sul suo dolore…
Si lasciava sfiorare soltanto dalla luce calda di una candela e nel frattempo sognava e il tempo passava ma nessuna ombra bussava alla sua porta…

Lì, rannicchiata sul letto si rese conto che aspettava da una vita, aspettava approvazione, emozioni… aspettava che qualcuno la portasse fuori da quella casa, e che la baciasse alla luce del sole, che la tenesse per mano, voleva solo essere apprezzata, amata, considerata una donna.

Poi si addormentò, si portò la coperta fino agli occhi per non vedere la sua triste vita…
E poi una mattina si svegliò diversa, si lasciò baciare da un timido raggio di sole che dolcemente le sfiorò le labbra e aprì finalmente gli occhi.
Il giorno le rischiari’ le idee.

Saltò giù dal letto e aprì la finestra, si guardò allo specchio e le piacque vedere che non era più la stessa.
E, come una ballerina che appende le sue scarpette al chiodo, lei posò per sempre tutti quei fantasmi che le erano passati accanto senza mai curarsi della paura e della sofferenza e della diffidenza che le avevano messo addosso.

Finalmente era arrivato, era arrivato quel giorno che tanto aspettava e lì sul ciglio della porta giurò a se stessa che nessuno l’avrebbe più messa all’angolo, a sospirare, ad aspettare.
Il vento stava cambiando, adesso era lei a dirigere il timone. Dentro sé sapeva che avrebbe navigato in acque sì solitarie ma più limpide.

Avrebbe dovuto combattere con se stessa, con le sue lacrime ma dentro il suo cuore sapeva che era l’unica strada da percorrere .
Ne sarebbe uscita più forte? Se lo chiese dubbiosa ma la cosa alla quale teneva più di tutto e di tutti era il RISPETTO PER SÈ STESSA.

Quella mattina si avviò serena, chiuse la porta alle sue spalle, adesso non c’erano più fantasmi da aspettare…
Respirò a pieni polmoni un’aria che le purificò l’anima. L’imbarazzo e l’umiliazione cedette il posto ad un amore che non doveva nascondersi da nessuno.

Una farfalla le si posò sulla mano, forse un segno per dirle: “ vai, vola, non aspettare…”
(Tratto da una storia vera)
11.06.23

Immagine tratta dal web

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