YouPol si rinnova – Come proteggersi dal bullismo con un’App

DI ANTONIO DE MARTINO

(iscritto all’Ordine degli Avvocati di Napoli)

Con la costante ed incessante evoluzione tecnologica, l’umanità ha assistito ad una parallela degenerazione di fenomeni illeciti che, strumentalizzando il progresso informatico, hanno richiesto
un necessario adeguamento della risposta al crimine. Si pensi, ad esempio, all’adattamento in chiave tecnologica del fenomeno del bullismo, che oggi ha
preso le sembianze e la nomea di “Cyber bullismo”.
Al fine di perseguire questa, come altre specifiche ipotesi di reato, nasce nel 2017 YouPol, un’applicazione, compatibile con sistemi IOS e Android, creata dalla Polizia di Stato con l’intento di fornire uno strumento diretto ed efficace per segnalare fatti potenzialmente integranti estremi di reato tramite il proprio Smartphone.

Come funziona?

L’App si caratterizza per la possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato; le segnalazioni sono automaticamente georeferenziate, ma è
possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. È, inoltre, possibile, attraverso YouPol, chiamare direttamente il NUE e, qualora non fosse ancora attivo, contattare la sala
operativa 113 della questura competente per territorio. Per di più, qualora il segnalante, vittima o testimone, non intendesse fornire le proprie generalità, è possibile anche effettuare delle segnalazioni georeferenziate in forma del tutto anonima. Tuttavia, è bene precisare, che le segnalazioni NON equivalgono a formali denunce-querele, quanto piuttosto ad “esposti” che non vincolano l’Autorità Giudiziaria ad intervenire o a procedere avviando un procedimento penale.

Ciò significa che, se la Polizia interviene a seguito di segnalazione YouPol, ma il reato è perseguibile solo mediante querela della persona offesa, è necessario che questa sia sporta
ritualmente ai sensi degli artt. 336 ss. c.p.p. e, dunque, personalmente o mediante procuratore speciale.
L’utilizzo dell’App è semplice e intuitivo! Volendo, può essere paragonato al “What’s App della Polizia di Stato”.

È possibile segnalare ogni tipo di reato? Cosa cambia?

Il 27 marzo del corrente anno, l’App YouPol, tenuto conto del non breve periodo di lockdown e del contestuale aumento statistico dei reati di maltrattamenti e violenza domestica, si è evoluta!
In particolare, oltre a permettere la segnalazione di reati in materia di sostanze stupefacenti e di bullismo, l’App della Polizia di Stato ha fornito un efficace, ma discreto, strumento per tanti
“soggetti deboli”, finalizzato a “denunciare” gli artefici di condotte violente.
Numerosissime sono state le segnalazioni di giovani, pratici all’uso dello Smartphone, e di vicini di casa, testimoni degli incresciosi accadimenti violenti di cui sono spettatrici le mura domestiche
italiane.
Durante il periodo di lockdown, infatti, le ipotesi di violenza casalinga e di atti persecutori sono aumentate, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, addirittura del 119,6%. Cresciute del 23%
sono state, altresì, le chiamate al fine di aver informazioni sul funzionamento del numero verde 1522, mentre del 19% sono incrementate le telefonate per ricevere informazioni e consulenze.

Ecco, allora, che YouPol non soltanto si inserisce di netto tra gli strumenti idonei a fornire una
risposta concreata, discreta, celere ed efficace al crimine domestico, in un periodo di costante
emergenze epidemiologica, ma costituisce una valida risorsa anche per le “giovani vittime” di atti di
bullismo che, attraverso un messaggio o una foto possono raggiungere le autorità competenti.
Proprio rivolgendosi a questi ultimi, YouPol non manca di ricordare, nell’apposita sezione FAQ del
menù a tendina, quali sono i “sintomi” del fenomeno di bullismo:

  • “Mi prendono in giro ripetutamente”;
  • “Ricevo costantemente insulti o minacce”;
  • “Mi prendono in giro per come sono fisicamente”;
  • “Mi picchiano o mi fanno cadere di proposito”;
  • “Ricevo frequenti prepotenze e non so come difendermi”;
  • “Mi offendono per la mia religione o per il colore della mia pelle”;
  • “Mi danno soprannomi che mi fanno vergognare”;
  • “Diffondono voci cattive su di me”;
  • “Mi ignorano o voltano le spalle quando mi avvicino”;
  • “Ricevo messaggi o telefonate offensive”.

FATTI FURBO – Consigli Anti-bullismo

  • Prova ad ignorare le provocazioni;
  • Cerca di non isolarti;
  • Evita di rispondere a molestie offensive: il bullo è sempre in cerca di attenzioni, se lo ignori tenderà a desistere;
  • Rimani tranquillo e non farti vedere in difficoltà: invierai un segnale di forza a chi ti sta offendendo;
  • “Potresti ripetere per favore”: molti bulli mostrano un coraggio apparente, insultando la vittima di nascosto. Se gli chiedi di ripetere le offese, saranno messi in forte difficoltà;
  • Non aver paura di chiedere aiuto a qualcuno di cui ti fidi (genitori, amici, parenti, insegnanti);
  • Chiama la polizia in caso di difficoltà.

SONO VITTIMA DI #CYBERBULLISMO SE:

  • Leggo su internet offese da parte di bulli conosciuti o anonimi;
  • Ricevo atti di umiliazione e prepotenze tramite internet;
  • Pubblicano mie foto private sui social;
  • Ritoccano o modificano una mia immagine per umiliarmi in rete.

FATTI FURBO – Consigli contro il Cyber bullismo

  • Controlla bene le impostazioni della privacy per evitare che altri possano accedere ai tuoi dati personali, se non sai come fare chiedi aiuto;
  • Non dare mai informazioni personali a chi non conosci;
  • Impara a dire di NO! Se noti qualcuno che ti sta domandando troppe cose personali chiediti sempre perché lo sta facendo e se è opportuno rispondere. Se la cosa non ti convince non sei obbligato a farlo;
  • Non condividere con nessuno le tue password;
  • Non inviare mai le foto personali via What’s App, Instagram, ecc. La tua foto potrebbe fare il giro della scuola in pochissimi minuti senza il tuo controllo;
  • Salva i post o i messaggi offensivi contro di te, ti serviranno in caso di segnalazione;
  • Non accettare inviti ad incontrare persone conosciute solo online;
  • Non sentirti in colpa, chiedi aiuto o confidati con qualcuno

Ricorda: Nel bullismo tradizionale la vittima e il bullo si conoscono, mentre nel Cyber bullismo, il bullo ha un potere maggiore perché è accresciuto dalla sua invisibilità in rete.

NONSTAREAGUARDARE – se vedi un amico in difficoltà…

Da un semplice scherzo si può passare a qualcosa di più serio

  • Non restare uno spettatore passivo;
  • Anche se non sei stato tu a scrivere quel posto o a scattare quella foto, non diffonderla ma segnalala a qualcuno di cui ti fidi;
  • Non commentare e non condividere post offensivi nei confronti di un’altra persona, altrimenti rischi di aumentare l’effetto negativo;
  • Cerca di parlare con la vittima che spesso si vergogna o si sente in colpa: trovare qualcuno disposto ad ascoltare senza giudicare lo aiuterà tantissimo;
  • Se senti di non sapere cosa fare, chiedi aiuto.

Per concludere, mette conto evidenziare la ancora scarsa fama di questo strumento, la cui diffusione potrebbe costituire una soluzione per tutti quei soggetti che si trovano in una situazione di forte
disagio, se non di vero e proprio pericolo e sono impossibilitati a denunciare diversamente quanto subìto.

Scopo di quest’articolo è, dunque, quello di promuovere un valido contraltare a quei fenomeni illeciti incoraggiati dal progresso “nocivo” in corso e in corsa, fornendo, al contempo, un’occasione
di riflessione sulle conseguenze degli attuali avvenimenti storici e sociali su temi di cui erroneamente, ormai, si presume la piena conoscenza.

DA IONONCICASCO.IT

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