Slogan e lacrimogeni
Più nutrita la dimostrazione a Copenhagen dove in quattromila sono scesi in strada con le bandiere della Palestina. Ci sono stati momenti di tensione con la polizia, che ha disperso i partecipanti con i lacrimogeni, dopo alcuni lanci di pietre e petardi.
Diversa la posizione della Turchia. Il presidente Erdogan si è distinto fra i leader del mondo arabo per il suo attivismo nella condanna di Israele. A Istanbul 300 musulmani hanno tenuto una preghiera funebre simbolica per i palestinesi uccisi nell’escalation di violenza a Gerusalemme e nella Striscia di Gaza.
Mondo arabo in protesta
Dopo la fine del ramadan, nella principale moschea di Dhaka in Bangladesh, gli attivisti del Movimento Islamico hanno dato vita a una protesta che ha richiamato migliaia di persone.
Il Bangladesh, a maggioranza musulmana, ha celebrato la fine del ramadan in tono minore, dopo che il governo ha invitato i cittadini a evitare assembramenti.
Ad Aden, in Yemen, centinaia di persone hanno espresso la loro solidarietà alla popolazione di Gaza. Le stesse scene si sono viste in Libano, al confine con Israele, e in molti Paesi africani, dal Marocco al Sudafrica.
Tensione al confine
In Giordania venerdì i dimostranti si sono diretti al confine, chiedendo con forza di aprire la frontiera con Israele, per liberare la Palestina e Al-Aqsa, la moschea di Gerusalemme dove ha avuto inizio l’escalation che ha portato al conflitto.
“Vogliamo liberare la moschea di Aqsa e la Palestina da cima a fondo – ha spiegato un dimostrante intervistato dall’Associated Press – Non ci bastano gli appelli delle autorità. Vogliamo poter pregare e morire ad Al-Aqsa”.
La manifestazione si è scontrata con le forze dell’ordine, che hanno usato gas lacrimogeni. Il re Abdullah II ha condannato le “ripetute violazioni da parte di Israele”.
da Euronews italiano
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