Guardia costiera libica spara sui migranti, il video di Sea-watch

di Michele Piras

Nel fotogramma la cosiddetta Guardia Costiera libica nel tentativo, per fortuna non riuscito, di speronare un barcone con a bordo quaranta migranti.
Prima ancora sparano loro addosso più volte.
E lo fanno da una motovedetta, la Ras Jadir, donata alla Libia dal nostro Paese.
E sarebbe forse meglio non sapere da dove arrivano le armi usate da questi criminali.
Il video e le foto di SeaWatch sono la prova provata dell’esito finale della cooperazione internazionale con un Paese che non ha uno Stato (anche perché siamo noi che lo abbiamo distrutto) né tantomeno una forma di democrazia.
Un Paese nel quale i diritti umani semplicemente non esistono.
Né in mare, né in terra, né nei lager.
Resta solo da chiedersi cosa aspetta il nostro Governo a interrompere ogni trasferimento di risorse e mezzi alla Libia.
Perché i migranti questi non li fermano ma li rinchiudono, li speronano, li torturano e li ammazzano.
E se per qualcuno può considerarsi normale e forse auspicabile operare così invece che aprire canali umanitari, per noi no.
Per noi non può essere.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante corpo idrico

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