Strani tempi.
E noi che parliamo
e scriviamo poesie
in questi tempi caotici e confusi:
tempi di ripicche sociali
e di malcontento.
Ognuno mette la faccia
e i poeti mettono la penna
per far sentire la loro parola.
Parola che rulla, che calpesta,
che innalza. Parola che ipotizza
perfino il futuro.
Poeta a che servono le tue mani?
sono un nosocomio per ricoverare
inquietudini
e ridonare un poco di speranza
senza tempo. Sono un inno alla lealtà
in questi tempi così strani
da attraversare.
Chissa’ se verrà capito!
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