Arriva attraverso i social, nella tarda serata di ieri, la notizia che, almeno per un po’, la musica l’ha fatta fermare: ci lascia a 72 anni, Stefano D’ Orazio, storico batterista dei Pooh.
Ecco che questo anno difficile, duro, impietoso, si porta con se un’altra figura che ci ha regalato tante emozioni attraverso la musica, ma anche attraverso il suo vivere da persona per bene.
Un comunicato che appare sulle bacheche social di Dody, Red, Roby e Riccardo, una voce che diventa unica e che li unisce tutti, attraverso queste parole: «STEFANO CI HA LASCIATO!
Due ore fa… era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia.
Preghiamo per lui.
Ciao Stefano, nostro amico per sempre… »
Roby, Red, Dodi, Riccardo.
I Pooh band storica della musica italiana, uniti da 50anni di carriera, si sono sciolti nel 2016, musicalmente parlando, ma non hanno mai sciolto quel legame che andava oltre la musica e che li ha sempre uniti.
Tanti concerti, tante apparizioni televisive, tante interviste, ma anche tanti chilometri percorsi insieme, tante tappe di vita condivisa, tanti ricordi da conservare.
Come accade quando la musica viene privata di un suo artista, si resta disorientati, bisogna cercare di andare avanti, di conservare intatte quelle note che continueranno a raccontarci di chi continua a vivere attraverso la musica, negli occhi di una ragazza di sole, oppure rinascendo e facendo rinascere, speranze nuove, proprio come cantava Stefano, nel sodalizio musicale con Roby, nato durante lo scorso lockdown.
Un anno davvero tremendo questo, per varie vicissitudini, una pandemia che non guarda in faccia a nessuno, ma che deve arrendersi davanti l’immortalità che la musica regala e che non può fermare neanche lei.
Grazie Stefano per ciò che hai regalato alla musica ed a tutti noi, grazie per il tuo essere una persona discreta e buona, grazie per le emozioni che ci hai regalato e che ancora ci regalerai.
Foto tratta dal web
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