Il Mes pre-covid ha bisogno urgente di una radicale revisione

DI STEFANO FASSINA

Surreale tornare al Mes pre-Covid.  Il Mes ha bisogno urgente di una radicale revisione, ma in direzione opposta a quella definita prima della pandemia. Le linee di fondo della revisione necessaria le hanno indicate nei giorni scorsi il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e Enrico Letta, in riferimento a un dettagliato paper del centro di Berlino dell’Istituto Delors: le risorse versate e autorizzate nel Mes vigente, istituzione nata da un trattato internazionale in un’era geologica superata in termini economici e di finanza pubblica, vanno spostate in ambito comunitario e utilizzate per finanziare la capacità di emissione autonoma di titoli di debito da parte dell’Unione europea. La proposta di revisione del Mes confezionata nel mondo pre-Covid era sbagliata, in quanto aggravava i rischi di ristrutturazione dei debiti sovrani, ora è surreale dati i livelli di debito raggiunti per contrastare la pandemia. Una classe dirigente serie dovrebbe discutere, invece, le modalità per sottrarre dal mercato la montagna di titoli di Stato acquistati dalle banche centrali nazionali attraverso l’App e il Pepp. Per gli Stati Ue con debito pubblico superiore al 100% del Pil, è impraticabile la strada antica di elevati avanzi primari per ridurre la zavorra del debito, dato lo scenario a inflazione zero e crescita reale limitata dall’impianto mercantilista dell’Ue e da fattori demografici. Il governo italiano dovrebbe chiedere una sospensione del processo di approvazione della revisione del Mes e il riavvio del confronto sugli strumenti finanziari utili alla fase in corso. Mes ha bisogno urgente di una radicale revisione, ma in direzione opposta a quella definita prima della pandemia. Le linee di fondo della revisione necessaria le hanno indicate nei giorni scorsi il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e Enrico Letta, in riferimento a un dettagliato paper del centro di Berlino dell’Istituto Delors: le risorse versate e autorizzate nel Mes vigente, istituzione nata da un trattato internazionale in un’era geologica superata in termini economici e di finanza pubblica, vanno spostate in ambito comunitario e utilizzate per finanziare la capacità di emissione autonoma di titoli di debito da parte dell’Unione europea. La proposta di revisione del Mes confezionata nel mondo pre-Covid era sbagliata, in quanto aggravava i rischi di ristrutturazione dei debiti sovrani, ora è surreale dati i livelli di debito raggiunti per contrastare la pandemia. Una classe dirigente serie dovrebbe discutere, invece, le modalità per sottrarre dal mercato la montagna di titoli di Stato acquistati dalle banche centrali nazionali attraverso l’App e il Pepp. Per gli Stati Ue con debito pubblico superiore al 100% del Pil, è impraticabile la strada antica di elevati avanzi primari per ridurre la zavorra del debito, dato lo scenario a inflazione zero e crescita reale limitata dall’impianto mercantilista dell’Ue e da fattori demografici. Il governo italiano dovrebbe chiedere una sospensione del processo di approvazione della revisione del Mes e il riavvio del confronto sugli strumenti finanziari utili alla fase in corso.

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