Vedo che molti pregano per avere, meno, molti meno invece, per dare.
La preghiera deve essere armonizzata tra cuore e parole, deve essere un ringraziamento, non ingraziarsi, o cercare benevolenza.
Ogni giorno che spunta è già un dono, e per un giorno ricevuto in dono, bisogna ringraziare.
Deve essere una riflessione, una sequenza di frasi dettate dall’amore verso l’amore.
Si può credere o non credere, io sono tra chi crede, ma non provo nessun astio verso chi non crede.
Ognuno fa le scelte che ritiene più opportune, ateismo e credere
sono agli antipodi, diversi come concezione, come valenza.
La preghiera, è una genuflessione alla immensità, un dialogo e non un monologo.
La preghiera non ha luogo, non ha colori, non ha spartiti.La preghiera deve essere sempre un ringraziamento.
Pregare è anche contemplare.
Il mare, i monti, gli alberi, le stelle , il sole, le albe ed i tramonti, sono da contemplare, da osservare, da accarezzare.
Qualcuno dovremo pure ringraziare.
Pregare è anche meditare…
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