Alessandra è stata uccisa a martellate dall’ex fidanzato, che la perseguitava da anni, che era stato già denunciato e a cui era stato imposto il divieto di avvicinarsi.
Alessandra è l’ennesima vittima della brutalità maschile, di una cultura profonda che il Paese fatica a sradicare.
Violenza sessuale, molestie, abusi e femminicidi costituiscono il tumore, la politica dovrebbe andare alla radice della questione e cercare la cura.
Usare il corpo delle donne per fare propaganda elettorale, invece, è qualcosa di inaccettabile e la politica, quella seria, deve dare risposte, farsi carico di tutte le 125 vittime di femminicidio che si sono registrate dall’inizio dell’anno, intervenire sul piano culturale, sul sistema dei diritti, delle tutele e delle sanzioni.
Ogni singola vittima a prescindere da chi sia il carnefice, senza distinzione di razza, religione o nazionalità.
Altrimenti è proprio la donna che scompare, che muore due volte, che viene violentata due volte.
E tutto ciò che resta è una volgare strumentalità.
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