Autentici e felici…

DI PINA COLITTA

E deve essere così se, secondo accreditati studi, le persone più autentiche mostrano livelli di stress più bassi, ma più alti di benessere psicologico. Insomma, se si vuole avere una vita più piena bisogna stare con se stessi in ogni momento e situazione ed essere se stessi in ogni momento e situazione in cui l’autenticità richiede la disattivazione della narrazioni negative.

Siamo tutti il prodotto della nostra educazione, delle nostre esperienze, della cultura, di ciò che ci circonda. Ciò significa che abbiamo integrato modelli di pensiero e percezione chiaramente controproducenti e ne sono un esempio tutte le narrazioni legate all’aspetto fisico in cui si è educati: troppo grasso, tropo magro, troppo basso, troppo alto; in tal modo i cambiamenti del proprio valore e delle proprie capacità non valgono niente.

Le percezioni negative in un dialogo interiore vengono trasformate e sostituite come punti di forza entrando in contatto, con competenze, abilità e virtù, con i propri sogni e bisogni e concentrando la propria attenzione su ciò che è congeniale ai propri bisogni.

Essere se stessi significa lavorare sempre sulla versione migliore di se, sulla vera identità e sull’io interiore con le proprie dimensioni poliedriche, il che vuol dire incontrare tante facce alcune più luminose, altre più grigie; l’imperfezione integra e definisce anche chi si è realmente.

Essere se stessi però significa lavorare ogni giorno sulla versione migliore di sé dando sempre il meglio di se stessi e, quindi, non imporre mai chi siamo, cosa vogliamo e cosa ci piace. Per gli altri il rispetto è fondamentale, l’autenticità risiede nell’accettare che ognuno possiede una propria visione del mondo e che possiamo vivere in armonia se ci sforziamo di essere migliori ogni giorno, di prenderci cura di noi stessi, di apprezzare noi stessi e coloro i quali ci circondano.

Ed anche questa è una bella sfida, possibile solo se, nell’accettazione dell’altro, non si è superata la linea di demarcazione del rispetto, sfociando nel banalizzare i bisogni e le esigenze dell’altro…

Essere se stessi vuol dire anche essere vulnerabili e anche celebrare la propria persona nella propria vulnerabilità; ciò è senza dubbio complicato poiché ci sono aspetti di se stessi che non piacciono e che si ha paura di rivelare agli altri, temendo le critiche; invece è bene rivelare paure, ferite del passato, sogni infranti e persino malattie croniche…

Magari riuscissimo! Se lo facessimo tutti forse scopriremo quanto siamo incredibilmente simili e quante maschere filtro e falsità cadrebbero. Sicuramente ci ritroveremmo in un mondo più autentico, semplice ma significativo. Vale la pena provare ad essere se stessi ed in un mondo un po’ frivolo è un compito difficile, ma tuttavia per ogni sforzo ne varrà la pena.

Essere se stessi va a braccetto con l’amor proprio, un vero balsamo per curare le ferite e ricominciare la propria vita: una sorta di antidoto all’apatia, al disprezzo che, a volte, capita, di avere di se stessi.

“Essere se stessi è una missione, la più difficile. Ti allontanerà da tante persone, ma ti lascerà accanto quelle che valgono davvero.”
Thomas A. Anderson

Immagine tratta da Pixabay

 

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