Che artista il Boccati!

DI VANNI CAPOCCIA

 

“Se i quadri perugini del Boccati ce l’avessero in Inghilterra li terrebbero in una sala con i faretti che l’illuminano da tutte le parti” mi disse tanto tempo fa fa con la sua bella cadenza senese Roberto Manetti storico dell’arte per anni insegnante al liceo classico di Perugia.

Roberto aveva ragione perché Boccati è un grande pittore e i suoi capolavori sono alla Galleria Nazionale dell’Umbria, ma allora il pittore di Camerino era argomento per soli esperti.

In cerca di maggior gloria e commissioni l’artista camerte lasciò la piccola signoria dei Varano per trasferirsi a Perugia città che nel 1445 gli concesse la cittadinanza riconoscendolo artista “expertissimus”, andare poi a Firenze e Padova, forse Venezia, tornare di nuovo a Perugia, in seguito Urbino ed infine il ritorno nella natale Camerino.

Un “giramondo” che nel suo peregrinare da un Comune ad un altro ha assorbito come una spugna quello che vedeva. Le raffinatezze della pittura tardogotica nell’appennino umbro marchigiano, i colori di Domenico Veneziano e del Beato Angelico nei loro lavori a Perugia, l’arte fiorentina, le opere di Donatello e degli artisti veneti a Padova.

Influenze che si possono vedere nei capolavori perugini alla Galleria Nazionale dell’Umbria e nelle due tavolette gemelle, la molto ridipinta Madonna della Misericordia e la Madonna del Latte, conservate nei depositi.

La Madonna del latte da un lato ricorda gli angeli di Agostino di Duccio a Perugia e uno stiacciato donatelliano; dall’altro ha echi pierfrancescani riscontrabili non tanto nella forma lontana dalle aristocratiche, eccelse e dal Boccati irraggiungibili astrattezze di Piero, ma nella luminosità dei colori (intuibile anche nella Madonna della Misericordia) messa al servizio di un’umanità più popolare e tangibile rispetto a quella inavvicinabile del genio del Borgo altotiberino.

 

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