Chiamiamole forti, determinate, toste ma non donne con ‘le palle’

di Claudia Aru

E’ da tempo che questo argomento mi ronza in testa ed è da un pò che mi chiedo se valga la pena scriverne, oggi mi sono decisa ed eccomi qui.
Vorrei parlare della necessità di aprire una discussione su alcuni modi di dire che usiamo senza pensare e sulla necessità di abbandonarli, finalmente, perché sono superati e offensivi.
Vorrei elencare 3 modi di dire ampiamente usati ( sia chiaro, mi metto nella mischia per averlo fatto, eh!) che forse è il caso di mettere via:

1) Delle donne con coglioni, palle e cazzi, ne ho parlato lungamente ma lo faccio ancora perché, onestamente, non se ne può più. Troviamo dei sinonimi? Senza scomodare ovaie, tube o seni, potremmo dire di una donna che: è tosta, ha carattere, è forte, che potenza! Che grinta! è un carroarmato! è una bomba!
Ma basta con questa roba di attribuire attributi maschili a una donna forte, abbiamo ampliamente dimostrato che non c’entra molto.
2) “Me l’ha data”, “gliel’ho data” .
Ecco, di questo concetto della donna subalterna che si concede come agnello sacrificale nella sessualità, io non ne posso più!
Siamo tutti d’accordo che una donna dà nella stessa misura in cui se lo prende? Vi sciocca molto questa cosa o siamo abbastanza evoluti e maturi da comprenderlo?
ecco, direi che questa roba può essere serenamente accantonata.
3) Seguendo lo stesso ragionamento, io vorrei finalmente uscire dal luogo comune che “prenderlo dietro” sia un supplizio, una punizione, una sofferenza inflitta. Io lo trovo irrispettoso per una marea di ragioni, senza entrare necessariamente in una sfera omosessuale, si tratta di una pratica largamente usata in maniera trasversale e ci sarà un motivo, no?
E’ una cosa proprio antipatica, se ci pensate, che crea un approccio tossico anche nella sfera intima. Sinonimi a questa espressione ne possiamo trovare centinaia, ma, la verità è che ci viene spontaneo dirlo perchè siamo terribilmente abituati.
E concludo: lo dico a tutti, me compresa, se vogliamo cambiare il mondo, un ottimo punto di partenza è cambiare il nostro modo di agire quotidiano che si riflette, tra le prime cose, nel nostro modo di comunicare e relazionarci con gli altri.
Io lo metterò come proposito per l’anno nuovo, infondo, ci vuole pochissimo.

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