Come Miti’

DI GIOVANNI DE LUCIA

Amavo nutrirti, nonostante i tuoi morsi. Cercavo di comprendere il perché tu eri per me il sole come per Icaro.
Salire talmente in alto per sfiorare l’idea che ti avrei incontrata sulla mia stessa strada, era stata la più grande scommessa fatta con il tempo.

Una sola certezza, le ferite di quell’andare non si sarebbero mai più rimarginate.
Così volevo che tu imparassi dalla leggenda di Mitì, volevo che respirassi lo stesso mare di quel sogno trasformato in sirena dal dolore. Ecco perché noi eravamo sul Conero.

Sorridere ai tuoi colpi non era facile, ma come può una tela opporsi ai fendenti del suo pittore? Io ti avevo offerto un’idea di amore inscalfibile, ma tu su quella tela hai disegnato una mela tonda, perfetta come quella del tuo agognato eden.

Una mela da prendere a morsi con la giusta incuranza di chi deve sopravvivere al suo inferno. Come Mitì non diede colpa al suo marinaio o alla sposa Azzurrina, io non do colpa alla tua voracità, ho solo la certezza di aver insegnato ad un sogno il canto della sirena.

Sai, quella tela è diventata mare e di quella tua mela non ne resta che un torsolo.

Immagine tratta dal web

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