Cronaca di un antico “amore”

DI REDAZIONE

 

Mia madre é nata a Pezzolo, un paesino agricolo di alta collina, perla incastonata tra le rocce, vicino Messina.
Ai piedi della collina si trova Ponte Schiavo, proprio sul mare dello Stretto.

A Ponte Schiavo abitava la cugina Maria Grazia, sedicenne, coetanea di mia madre, che organizzava feste al sabato pomeriggio, qualche volta con suonatore di fisarmonica, per poter ballare, conoscere meglio i ragazzi e divertirsi di più.

Mia madre, Pina, era molto bella. Capelli mossi e lucenti, scuri come i suoi occhi profondi, penetranti e aveva una figura sottile dalle movenze aggraziate. La guardavano tutti.

Quando lui entrò dalla porta di ingresso in soggiorno, alto, possente e bellissimo, vide soltanto il suo sorriso che albeggiava fondendosi con un raggio di sole , che baciava la sua guancia sinistra.
“Vorrei essere quel fascio di luce” pensò.

In quel preciso istante i loro occhi si incontrarono e subito, senza inutili ipocrisie, ballarono il loro primo ballo lento, vicinissimi fino a sfiorarsi e percepire ognuno il lieve profumo dell’ altro e lievi innocenti turgori.
Fu subito amore.

Non ebbero più modo di incontrarsi.
La cugina Lia informò la nonna che quel ragazzo faceva il marinaio e lascio immaginare il motivo per cui non fu più invitato alle feste.
Mia madre a quel tempo pensò, disperata, che poteva cominciare a contemplare il suo futuro e scoprire senza ombra di dubbio che il suo futuro era niente.

Come si fa a vivere una vita piena di niente?
Dopo un po’ si consolò con un pensiero che la accompagnò per lungo tempo.
Quell’ antico amore sarebbe rimasto carico di emozione privo del logorio quotidiano, per sempre.

Immagine tratta da Pixabay

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