Dedicato a chi, pur amando la vita, decide di lasciarla andare

DI INES GUADAGNINI

In questi giorni si discute molto di “morte volontaria medicalmente assistita”.
La materia è sicuramente delicata, come ogni altro tema relativo all’interrogarsi su ciò che è etico , cioè moralmente accettabile o meno.

Non è mia intenzione disquisire qui in merito al grande mistero della vita e della morte. Mi limiterò a fare alcune riflessioni, dettate soprattutto dall’ esperienza personale.

Non voglio e non posso giudicare né la scelta di chi accetta di caricarsi della croce della sofferenza, né di chi sceglie di non fare un viaggio all’ inferno e cerca un’ altra via possibile.

Ma, per ciò che mi riguarda dico che io, quando ero ancora una bambina appena dodicenne, non ho sopportato la sofferenza di mio padre, aggredito dalla malattia in modo brutale e senza scampo.

E il cuore di una bambina, di una figlia, non sbaglia mai!
A distanza di tanti anni, ricordo ancora quello strazio insopportabile, che continua ad essere per me inaccettabile, forse più ancora della sua morte prematura.

Tutti dobbiamo morire, lo sappiamo, ma io credo che arrivarci soffrendo non debba essere un obbligo, né un dovere per nessuno.

Dedicato a chi soffre, dedicato a chi coltiva ancora la speranza, ma soprattutto a chi, pur amando tanto la vita, non ce la fa a trattenerla ancora un po’ fra le mani e decide di lasciarla andare!
Con amore


Immagine tratta dal web

 

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