Dieta come stile di vita. Non come privazione

di Cristina Piloto (biologa/nutrizionista)

Troppo spesso si pensa che andare da un nutrizionista o da un dietologo significhi cominciare un percorso di privazioni e dieta ferrea. In realtà si tratta di tutt’altro.

E così si sentono storie come quella di Francesca (nome di fantasia), che dopo essere ingrassata a seguito di una gravidanza, si è trovata a fare regimi alimentari completamente sbagliati, che l’hanno portata ad accumulare molti più chili di quelli che aveva preso.

Purtroppo, quello che si fa fatica ad imparare è che dimagrire in salute non significa mangiare poco e scondito, ma anzi occorre aumentare quello che si chiama “metabolismo basale”, ovvero il dispendio energetico dell’organismo a riposo.

E questo è possibile solo mangiando secondo il proprio fabbisogno energetico, e praticando un’attività fisica regolare, in base alle proprie possibilità fisiche (anche mantenersi attivi, camminando e muovendosi durante il giorno significa mantenersi in salute).

Le diete iperproteiche, quelle che vengono spacciate come la via preferenziale per dimagrire, e in poco tempo, sono le peggiori. La ragione per cui si pensa che possano accelerare il dimagrimento è che il loro metabolismo richiede un dispendio energetico maggiore, ma la differenza è talmente minima, che è presso che trascurabile.

Inoltre, un apporto proteico eccessivo appesantisce il lavoro di organi fondamentali, come i reni, senza contare che le proteine sono per lo più animali, e alla lunga possono stressare non poco il tratto gastroenterico (soprattutto se si tratta di carne, per non parlare degli insaccati).

Già la parola dieta, di per sé, è un termine che va inteso nel significato letterale, ovvero “stile di vita”, e non regime prettamente ipocalorico.

Il fine di una corretta alimentazione, e di una sana attività fisica, è quello di ripristinare una giusta composizione corporea, ovvero la corretta percentuale di quella che viene definita “massa magra”, che consiste nella porzione metabolicamente attiva del nostro organismo (muscoli, organi..) e la “massa grassa” (ovvero il tessuto adiposo, che nella giusta proporzione, è un organo essenziale, ma quando si accumula eccessivamente, diventa causa di patologie anche gravi, legate all’alterazione della fisiologia cardiovascolare e ormonale).

È sbagliato infatti pensare che il grasso sia solo un accumulo di tessuto inerte e senza funzione, se non quella energetica. Esso funge da vero e proprio organo, infatti secerne ormoni e molecole pro-infiammatorie, come le citochine.

Una corretta alimentazione ha come scopo quello di far aumentare la massa metabolicamente attiva a scapito di quella grassa, se in eccesso, ripristinando anche una corretta distribuzione dell’acqua corporea (che deve essere concentrata più a livello intracellulare piuttosto che nell’interstizio tissutale).

Tutto ciò non può prescindere da una conoscenza di quella che è la giusta fisiologia dell’organismo, di quello che è il metabolismo individuale, per non incappare in problemi di salute legati ad un falso dimagrimento che altro non è che una malnutrizione, che sia in difetto o in eccesso.

È sconsigliato fare diete fai da te, lette su una rivista o trovate su internet, ma è opportuno invece rivolgersi ad uno specialista, soprattutto se già sono presenti delle patologie (anche le dislipidemie, l’ipercolesterolemia o l’iperglicemia sono alterazioni della normale condizione organica, ne va capita la causa e l’eventuale trattamento farmacologico non può prescindere da quello alimentare).

L’atto del mangiare contraddistingue tutti gli animali, ma nell’uomo riveste anche un modo di comunicare e stare insieme agli altri; quindi, è essenziale comprendere anche se il rapporto con gli altri si è alterato, e magari partire proprio da lì, cercando sempre il perché di stati di malessere e disagio, e non sottovalutare problemi che possono sfociare in problematiche anche molto gravi, come le complicanze dell’obesità o dell’eccessivo dimagrimento.

Per questo motivo è quanto mai fondamentale avere specialisti, medici, nutrizionisti e psicologi, che possano collaborare e lavorare in sinergia, al fine di garantire per quanto possibile, sempre, una salute e un benessere psicofisico ottimale.

 

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