Dove mi porterà il mio arcobaleno?

DI GIOVANNI DE LUCIA

Ho immaginato il più grande degli arcobaleni come il confine tra me e l’infinito e l’ho colorato con sogni di ragazzo.

Ha attraversato tutti i cieli di questa vita ed  ho provato a cavalcarlo, come si cavalca l’ultima onda, alla quale donare ogni respiro pur di viverla anche per una sola volta, ma con la fede che solo quella giovane età poteva donare.

Oggi so che di quei colori non è rimasto che il ricordo del suo sorriso. Non pioverà più tanto da ripararsi nell’atrio della scuola, non ci saranno più mattine e notti, in cui contare i secondi era vita o attendere abbracciati il sole fondersi nella luna. Il lampo non illuminerà più i suoi rossori, ed il tuono non coprirà il suono della campanella.

Non si cavalca l’arcobaleno con il piglio di un surfista, non lo si scala con la tecnica di un rocciatore. Ma passo dopo passo, lo si percorre con lo stesso stupore e dolcezza di quando si correva su quei trentotto gradini, in cerca di quel sempre primo tuffo al cuore.

Sai dove mi porterà il mio arcobaleno? A quel primo piano dove incontrai la mia ragazza della F, lì lei mi troverà e lì la aspetterò per sempre.

Foto dal web

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