Dove sono?

DI ANTONIO MARTONE

Ascolto ogni giorno il mio corpo. Ne sento distintamente la voce, i desideri, i bisogni, la forza e le debolezze.
So bene, però, che il mio corpo è uno straniero rispetto a me stesso: la mia coscienza vi si è sviluppata lentamente all’interno e, un giorno, quando non vi sarà più neppure la vita, il mio corpo continuerà ad esser presente come materia inanimata.

Corpo e coscienza non sono distinti, né distinguibili. Come si potrebbe mai operare un “taglio” di questo tipo? Si può dire però che il corpo è senz’altro un “originario” – esso costituisce la fonte primaria e la vera ulteriorità rispetto a qualsivoglia soggettività cosciente. Il corpo “buca” la soggettività e la restituisce al suo proprio “vuoto”.

E, tuttavia, la domanda rimane: il corpo è fuori o è dentro di me?

Immagine tratta da Pixabay

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