Due punti e caffè

DI MARIAESTER GRAZIANO

Sulla fronte tre righe orizzontali, un quaderno di quarta elementare.
Sulla tempia
l’iperpigmentazione color caffè, quasi macchia sbiadita d’inchiostro.
Avrei potuto passare la vita a scoprire il cancellato.
Sotto l’occhio destro il punto e virgola della lacrima,
la volta che la luna ti ha fatto Pierrot.
Una tua formula specifica di potassio azoto e idrogeno,
la chimica perfetta di un amore mirato,
si è accostata al mio orecchio.
Mi hai detto:
Giuro sui due punti che l’amore esiste.
E dunque ho creduto ai due punti,
per la loro necessità di un prima e del poi.
Due punti come due bicchieri sul tavolo,
che prima non c’erano e ora ecco qui
col poi di costole e anniversari.
Che prima era solitudine, collo di bottiglia e bricchetto di latte.
Sola nel lavabo, polifemica e arguta, coi fondi profetici,
la tazzina del caffè.
Una volta, giuro, ci lessi dentro i due punti e l’amore.
Il poi è stato l’espandersi in una sola chiazza bruna, proprio simile alla tua.
E così è questo che c’era dietro a quella macchia sulla tempia: solo due punti cancellati,
lo spergiuro sull’amore.

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