E’ reato diffondere fake news online?

DI MARIA GUARINO

(Iscritta all’Ordine degli Avvocati di Napoli)

 

Le fake news sono reato? Quando la condotta della diffusione di notizie false può dirsi penalmente rilevante. 

La diffusione di notizie false costituisce una condotta che può essere perseguita penalmente. La disinformazione, anche quando non costituisce reato, può provocare gravi conseguenze per l’intera società. Tuttavia, riconoscere le bufale non è sempre facile, per questa ragione è indispensabile che a monte venga effettuato un controllo scrupoloso sulla veridicità della notizia. Detta attività oltre ad essere un onere professionale per i giornalisti, rappresenta anche un dovere civico per ogni cittadino anche in assenza di sanzione penale.

Le fake news sono reato?

Ad oggi non esiste ancora una disciplina ah hoc volta a reprimere le condotte di chi crea o condivide bufale online, tuttavia, la creazione di fake news e la loro diffusione, in determinati casi e a certe condizioni possono integrare altri reati che andremo di seguito ad analizzare nel dettaglio.

E’ opportuno anticipare che possono subire conseguenze penali non solo i creatori delle fake news ma anche gli utenti che le condividono sui propri profili social.

Quando la creazione di una bufala può essere punita penalmente?

Prima di analizzare le condotte penalmente punibili bisogna partire dagli albori. La Costituzione Italiana disciplina la libera manifestazione del pensiero all’articolo 21. Essa rappresenta un presupposto indefettibile per la nostra democrazia in quanto fornisce ad ogni individuo la possibilità di formare una propria opinione liberamente.

Quindi è possibile manifestare il proprio pensiero illimitatamente e senza vincoli?

Come ogni libertà, anche quella di pensiero è soggetta a limitazioni ben disciplinate dalla legge, ma senza perderci nei meandri del diritto, e volendo ridurre all’osso l’argomento, ciò che ci interessa relativamente alla questione delle fake news attiene al diritto di cronaca, esso deve rispettare i seguenti principi:
  •  la verità, il giornalista deve compiere una scrupolosa valutazione  sull’attendibilità delle proprie fonti prima di pubblicare un articolo.
  •  la continenza, cioè la correttezza delle espressioni utilizzate, in maniera tale da non rendere le notizie gonfiate o spropositate al solo fine di attirare l’attenzione dei lettori.

Inoltre nessuno può manifestare liberamente il proprio pensiero e allo stesso tempo ledere diritti altrui, la lesione della reputazione di altri è punita  a titolo di diffamazione.

Quando la fake news integra il reato di diffamazione?

Risponde del delitto di diffamazione chi crea una notizia falsa diretta a screditare la reputazione di una persona fisica di una società oppure di un gruppo di persone ben individuate.

Per semplificare:

Si realizza il delitto di diffamazione se la notizia attribuisce falsamente al signor Tizio Rossi il fatto “di aver pestato a sangue un vicino”.

Non si realizza il delitto di diffamazione se la notizia annuncia “che tutti gli italiani sono stupidi”.

Per quanto concerne il trattamento sanzionatorio l’art. 595 del codice penale prevede per il reato di Diffamazione a mezzo stampa o qualsiasi altro mezzo di pubblicità, la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni o la multa non inferiore a 516 euro.

Quando la fake news integra il reato di procurato allarme?

Il reato di procurato allarme si configura quando la fake news sia idonea a procurare allarme sociale o a diffondere il panico tra la popolazione per il verificarsi di un pericolo reale.

Per semplificare:

Si realizza il reato di procurato allarme quando senza avere delle fonti certe,  la notizia si presenti in questo modo: “Attenzione ai contatti con i vostri animali, il Coronavirus si diffonde anche con il contatto umano – animale”

Non si realizza invece quando la notizia non è presentata come certa e imminente ma solo come probabile o eventuale. “Non esiste ad oggi uno studio scientifico che dimostri che il Coronavirus si diffonda anche tra gli animali ma in attesa di riscontri e ai soli fini precauzionali vi consigliamo di evitare di starnutire in faccia al vostro barboncino”Si tratta di una fattispecie punita sia a titolo di dolo che di colpa cioè sia quando vi è l’intenzione di provocare panico o allarmare il popolo, sia quando l’allarme o il panico diffuso sia derivato da negligenza, imprudenza o imperizia cioè involontariamente.

Mentre la diffamazione costituisce un delitto, il procurato allarme è una contravvenzione. Le contravvenzioni sono considerati reati meno gravi rispetto ai delitti, per questa ragione sono puniti con sanzioni più blande. Nel caso del procurato allarme, la legge all’articolo 658 del Codice penale prevede l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda da 10 a 500 euro. Per questo tipo di contravvenzioni la legge prevede la possibilità di oblazione. In termini semplici, l’oblazione è un procedimento che garantisce l’estinzione del reato, senza conseguenze per la fedina penale. Esso consiste nel pagamento di una somma di denaro corrispondente alla metà del massimo dell’ammenda prevista dalla legge. Ti renderai conto che l’efficacia deterrente in questo caso è bassissima.

Le bufale possono configurare il reato di Distorsione del mercato

Se la notizia ha ad oggetto falsi rialzi o ribassi del prezzo di beni o servizi, può configurarsi il reato in questione. E’ necessario però non solo che le informazioni contenute nell’articolo siano false e spropositate ma anche che l’autore dell’articolo abbia la volontà di turbare il mercato con la diffusione consapevole di notizie false. L’autore è punito anche se l’effetto desiderato non si verifica. Il Codice penale punisce tale condotta con la reclusione fino a 3 anni e con la multa da 516 a 25.822 euro.

E’ reato condividere una Fake news?

Non sempre condividere una bufala costituisce reato ma ciò dipende dalla volontà  dell’utente che la condivide.

Ovviamente chi condivide o commenta una bufala in buona fede pensando sia veritiera non commette alcun reato.

Chi condivide o commenta una fake news con la consapevolezza della sua falsità può essere ritenuto responsabile insieme agli autori del post di uno dei reati previsti dalla legge a seconda del contenuto e della gravità della notizia.

Chi invece commenta il post utilizzando espressioni offensive o denigratorie potrebbe essere querelato per diffamazione, anche quando la notizia è totalmente falsa.

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità