Ecco perché è retorica (e inefficace) il taglio dell’Iva proposto da Salvini

DI STEFANO FASSINA

La proposta di Matteo Salvini di dedicare 20 miliardi di euro all’anno per tagliare di un paio di punti percentuali l’IVA è retorica, fuori fase e sarebbe sostanzialmente inefficace al fine di alimentare la ripresa dei consumi, dell’attività delle imprese e dell’occupazione. L’effetto sui prezzi sarebbe altamente improbabile e comunque sostanzialmente impercettibile, ossia qualche centesimo su larghissima parte dei consumi.

Inoltre, qualora l’effetto sui prezzi vi fosse, la stragrande maggioranza delle risorse finirebbe sui consumi in essere e il maggior reddito residuo andrebbe ad innalzare il risparmio precauzionale, come avviene massicciamente da marzo scorso a causa dell’incertezza dello scenario pandemico. Per le famiglie più in difficoltà, la proposta del segretario della Lega, equivarrebbe a poco più di 10 euro di maggior potere d’acquisto al mese, ossia nulla.

Ma un’ulteriore scostamento è necessario e urgente per intervenire subito, non nel corso del 2021.

In alternativa alle inefficaci proposte della Lega, i 20 miliardi dovrebbero essere interamente e direttamente utilizzati per sostenere la sopravvivenza di lavoratori autonomi e micro imprese, innanzitutto attraverso la cancellazione dell’IRPEF 2020 e con l’estensione subito all’intero territorio nazionale e a tutti i codici Ateco degli aiuti previsti per le regioni in categoria rossa.

Infine, andrebbero utilizzate per aumentare efficacemente la domanda aggregata interna, in primis per allargare e prorogare il Reddito di Emergenza per la fascia di famiglie senza ammortizzatori sociali o legata all’economia informale: sono allo stremo e hanno una propensione al consumo uguale ad 1. Siamo sicuri che, su tali proposte, la disponibilità della Lega a votare lo scostamento rimarrebbe.

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