Femmine a caccia, maschi a riposo

DI DANTE IAGROSSI

Caratteristiche fisiche
Lo chiamano il re della savana, per l’aspetto davvero imponente: un peso che varia da 150 a 270 kg, per una lunghezza (coda compresa) dai 2,5 ai 3 metri, con un’altezza media di 1,20 m. Testa grande, zampe corte, pelo corto tra giallo e marroncino, ma bianco all’interno delle gambe e sull’addome. Il maschio si distingue dalla femmina per la folta criniera, dal capo, sul collo, fino a gola e spalle, che cresce dai 4 o 5 anni, diventando maggiore ad età avanzata.

Possiede 30 denti, suddivisi nelle arcate superiore ed inferiore, in ognuna delle quali spiccano due denti canini affilati di 8 cm. Grazie alla retina espandibile, riesce ad assorbire anche piccole luci e a vedere pure di notte, mentre questo non succede col cielo coperto o senza luna. La vita può arrivare a 10 o 15 anni.

Società e caccia
I leoni, al contrario degli altri felini, vivono in società, caratterizzate da una articolata gerarchia. Il branco si compone di un maschio dominante, varie leonesse e i loro piccoli. Al leone alfa spetta il controllo sistematico del territorio, della caccia e dell’ accoppiamento.

Ha la precedenza al cibo, ma si occupa anche della protezione del gruppo, delle decisioni importanti per il bene collettivo.
Le leonesse cacciano insieme prede grandi ed insieme allevano i cuccioli, preparandoli adeguatamente alla caccia. Da un lato i maschi anziani e forti sono al vertice, i giovani e le leonesse occupano posizioni subordinate.

Vivo è il senso sociale tra i vari membri del branco, con la cura reciproca, la suddivisione del cibo e la protezione dei piccoli, che consente una buona sopravvivenza in territori non certo semplici da abitare come quelli selvaggi dell’Africa.

Alimentazione
Le leonesse preparano un’imboscata alle prede (antilopi, bufali, zebre e giraffe), mordendo le vittime al collo. Si nutrono fino a 34 kg di carne, riposando poi per una settimana, prima di affrontare un’altra caccia.
Infanticidi finalizzati e riproduzione
A volte capita che un maschio rivale sfidi uno residente in una certa zona, sconfiggendolo.

Allora la sua prima azione è l’uccisione immediata ed efferata di tutti i piccoli con età inferiore a 1 anno, pur incontrando la forte opposizione delle madri. Prevale in tal caso la necessità di propagare i propri geni “migliori” di quelli del perdente. Con la privazione dei figli, rinasce l’estro delle femmine e la disponibilità ad accoppiarsi, con un’ovulazione indotta, non immediata, ma dopo molti accoppiamenti.

Il tasso di fecondazione durante l’estro è molto alto, fino al 95%, per 5 giorni con due o tre accoppiamenti all’ora: vari maschi si succedono, diminuendo così le tensioni tra loro. Tra le femmine dello stesso branco esiste uno speciale sincronismo di estro, per cui anche i parti sono sincronizzati, quindi le madri possono poi agire in totale e mutua collaborazione.

Conclusioni
I leoni ci forniscono un’esempio di società ben organizzata ed efficiente, dove ognuno ha un ruolo ben preciso e si rapporta adeguatamente agli altri: il benessere di ognuno determina la sinergia dell’intero branco. Il fenomeno dell’infanticidio è per noi assai riprovevole, ma rientra comunque in una spietata ma razionale logica di miglioramento della specie.

Purtroppo sono una specie a rischio di estinzione, per vari motivi: non solo il bracconaggio, ma anche una certa ostilità da parte delle popolazioni, per la difesa del proprio bestiame, la diminuzione dell’habitat e quella conseguente delle loro prede abituali.

(foto da Pixabay)

 

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