Film da vedere (o rivedere): ‘Michael Collins’ di Neil Jordan. Con Liam Neeson e Jiulia Roberts

di Luca Biscontini

Michael Collins, un film del 1996 diretto da Neil Jordan sul patriota irlandese Michael Collins, con Liam Neeson nel ruolo del protagonista. Il film vinse il Leone d’Oro per il Miglior Film alla 53ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, e Liam Neeson si aggiudicò la Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Maschile. Con Liam Neeson, Julia Roberts, Aidan Quinn, Alan Rickman, Ian Hart, Stephen Rea, Charles Dance, Jonathan Rhys-Meyers, Sean McGinley.

Trama
Durante la Rivolta di Pasqua del 1916, i rivoluzionari irlandesi si arrendono all’esercito inglese. Tra i leader rivoluzionari, solo Eamon De Valera, cittadino americano, viene risparmiato dal plotone d’esecuzione. Molti suoi seguaci tra cui Michael Collins e il suo caro amico Harry Boland finiscono in prigione. Al loro rilascio, si trovano ad essere i nuovi capi del movimento indipendentista. Durante un violento scontro con la polizia reale irlandese, Collins viene ferito e curato amorevolmente da Kitty, che diventerà la sua compagna.

“Stavolta Neil Jordan mette fra parentesi le estrosità tematiche e linguistiche che lo hanno guidato nella realizzazione di ‘In compagnia dei lupi’, ‘Mona Lisa’ e ‘La moglie del soldato’ dandogli fama presso i cinefili. In ‘Michael Collins’ si rifà, da una parte, al metodo di Rosi che consiste nell’articolare sul telaio drammaturgico dati di carattere storico e, dall’altra, alle biografie dal suasivo ritmo narrativo. Molto bene articolata la ricostruzione degli ambienti, dosata con intelligenza la successione degli episodi ottimo il protagonista Liam Neeson che spinge a simpatizzare con le posizioni del personaggio da lui interpretato. Risultati, insomma persuasivi. Raggiunto il fine che il regista si era proposto”.
(Francesco Bolzoni, Avvenire, 29 Novembre 1996)

“Per la durata di 132 minuti, che non pesano affatto, assistiamo alle virili gesta di un personaggio esaltato come un grande protagonista della storia: eppure i commentatori britannici, inclusi molti recensori del film, sono di tutt’altro avviso e considerano Collins lo sciagurato inventore del terrorismo, piaga del nostro secolo.

Non manca un risvolto personale sulla rivalità fra Michael e Harry Boland per l’amore di Kitty Kiernan, una storia a tre alla ‘Jules e Jim’ di cui si trovano ampi riscontri nel libro di Coogan: e si tratta di una vicenda a sfondo doppiamente tragico perché Boland, schieratosi contro l’ex-amico nel momento del Trattato di Londra finì vittima della guerra fratricida.

Il profilo di Kitty come esce dai documenti è quello di una donna religiosissima e sfortunata, sopravvissuta nel culto della memoria dell’uomo che non fece in tempo a sposarla. Julia Roberts, pur attraverso apparizioni brevi, conferma di possedere il dono che fu della Garbo attingendo a una misteriosa intensità”.
(Tullio Kezich, Corriere della Sera, 30 Novembre 1996)

“Leone d’oro alla Mostra di Venezia, Michael Collins ricostruisce fedelmente la sofferta vicenda umana e politica di questo personaggio affascinante e complesso. Un film nobile, di largo respiro epico, solenne eppure snello e avvincente, di taglio popolare e di piglio spettacolare (ma non immune da qualche cedimento alla confezione lussuosa e da qualche sfumatura romantica), al quale gli interpreti tutti irlandesi tranne Julia Roberts – hanno dato un apporto così caloroso che va oltre una prestazione professionale di ottimo livello”.
(Enzo Natta, Famiglia Cristiana, 18 Dicembre 1996)

Luca Biscontini per MondoSpettacolo

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