di Andrea Melis
I colori di mia figlia
Mia figlia è stata rosa, e bianca
e io l’ho guardata crescere dai vetri della scuola.
Giorno dopo giorno, ingresso dopo ingresso.
Da un anno non l’accompagno più al portone,
scende al volo come un pacco Amazon,
sembra inevitabile
che i figli crescano.
Ma le figlie in particolare cambiano colore.
Mia figlia è stata rosa e bianca
ma ora,
con un piede fuori dall’infanzia e l’altro non ancora nell’adolescenza,
sta nell’età sorprendente dei “chissà”.
Chissà cosa pensi,
cosa fai
come mi vedi.
Parli meno, ma quando sorridi sei ancora un lampo nella vita del mondo.
Ora prediligi il nero. Lo zaino senza fronzoli. Lo sguardo spesso accigliato.
Io ho provato a farmi scudo di ogni sofferenza
ma la vita mi ha completamente trapassato e ha ferito anche te.
Ma che padre che son diventato.
Ora è il momento in cui crescere insieme.
Davvero è adesso che abbiamo bisogno l’uno dell’altra.
Ora che potremmo farne a meno.
Ma poi chi ci crede?
Che il nostro filo è indissolubile,
le stelle ci tengono uniti oltre l’eterno
e in questo piccolo tuo momento nero
non aver paura,
crescono in te gli arcobaleni che sbocceranno
nella primavera della tua vita,
e mi faranno orgoglioso e fiero.
Così è il tempo dei padri e delle figlie:
dai la buonanotte a una bambina,
e il buongiorno a una ragazza.
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