I sogni appartengono al cielo

DI GIOVANNI DE LUCIA

Erano gli anni ottanta

La tua vita è iniziata con un trenino giocattolo e dopo, il trenino del luna park. Una ricompensa al tuo essere bambino e per te il desiderio di allontanarti da quella stessa panchina di sempre.

Sei cresciuto così, con quella strana luce di libertà negli occhi. Dopo anni… il treno per l’università, poi il treno dei ritorni per le feste comandate. Sopra quelle rotaie hai sciorinato discorsi sempre più da adulto.

Il tuo essere ragazzo si perdeva tra quegli abbonamenti chilometrici. Per anni hai desiderato di portare quella macchina e di lanciarla sulle rotaie della vita. Invece, sei stato prima dietro un finestrino a vederla fuggir via e dopo troppo stanco, hai aspettato sotto una pensilina di vedere passare vite altrui cariche di sogni e di speranze.

Quante volte hai sognato che quelle rotaie si unissero in un grande nodo. Fermare il treno, far scendere tra i campi di grano tutti i sogni della tua generazione. Non ti abituerai mai a quei nastri di ferro, vero? Certo il treno l’hai spinto con il tuo cuore, ma le rotaie non ti sono mai appartenute, anche se forse erano la guida per giungere alla tua stazione, dove avresti abbracciato il tuo sogno.

Ma i sogni appartengono al cielo e lì non ci sono stazioni, ma solo trenini per bambini.

Foto dal web

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