I vinti

DI ANTONIO MARTONE

 

Chi avrebbe più bisogno di aiuto, non sa chiederlo: soffre più di tutti, infatti, colui che non ha voce per raccontare la sua sofferenza. Più la sofferenza è grande, minori strumenti si hanno per raccontarla, fino a raggiungere l’estremo di colui a cui è stato dato la morte e che, per questo, è destinato a tacere per sempre sul suo destino.

Narrare il dolore è possibile soltanto a chi conserva la capacità di giudicare sul bene e sul male e possiede ancora tanta forza da farsi intendere dagli altri: contemporanei o posteri che siano.

Nella storia, la più grande ingiustizia è stata fatta non a coloro che sono stati schiacciati ma ai popoli e agli uomini che hanno subito umiliazioni tali da toglier loro perfino la possibilità di apparire sui quadranti della storia.

Occorrerebbe una buona volta narrare la storia dei vinti e di coloro che hanno sentito, muti, fino in fondo, il peso dell’ingiustizia. Soltanto in questo modo potremmo rendergli parte di quella dignità che gli è stata tolta.

Ma come fare senza tradirli, dal momento che soltanto l’offeso conosce con verità la sofferenza e l’ingiustizia che gli sono state riservate e che lui, proprio a causa di quel dolore e di quella sofferenza subita, non ha alcuna voce per raccontarle?

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