Il bosco

DI FABIO BORLENGHI

 

 

Cammina cammina Hänsel e Gretel arrivarono a una grande radura al centro della quale c’era una piccola casetta col fumo che usciva dal comignolo sul tetto.

I due fratellini si avvicinarono con passo incerto alla porta della casa e dopo essersi consultati con lo sguardo non esitarono a bussare…”toc toc…toc toc..” fu allora che poco dopo udirono una vocina venire dall’interno “…sei tu Cappuccetto rosso?…”

Fermi tutti! Ci dev’essere un errore. Probabilmente quando i fratelli Grimm scrissero la celebre favola di Hänsel e Gretel non si resero conto di quanto complicato fosse il doversi orientare nell’ambiente naturale più carico di storia che conosciamo: il bosco.

Eh sì, proprio di storia sono cariche le foreste che ammantano il nostro paese, ma non solo di storia. Il bosco non è l’ambiente che prediligo, perché amo e frequento gli skyline aperti della montagna di quota, ma riconosco il fascino antico che la foresta si trascina nel tempo.

E’ doveroso riflettere su quanto siano indispensabili le piante per la vita dell’uomo attraverso il processo di assorbimento dell’anidride carbonica presente nell’aria, con conseguente emissione di ossigeno nell’atmosfera.

In questo processo è più importante la fase d’assorbimento dell’anidride carbonica piuttosto che l’emissione dell’ossigeno e questo perché la quantità totale d’ossigeno prodotto da piante, alghe e cianobatteri rappresenta una minima parte dell’ossigeno totale presente in atmosfera.

Invece più anidride carbonica si assorbe e più si contribuisce a limitarne la sua concentrazione in atmosfera che tanti guai sta portando al nostro pianeta a causa del riscaldamento globale. In conclusione più piante vivono sulla terra e meglio è.

Ci sono poi ricadute meno nobili, rispetto al fissaggio della CO2, ma di indubbio ritorno pratico ed economico nella presenza dei boschi e si chiamano castagne, funghi, tartufi, frutti di bosco e, ovviamente, legname.

Tuttavia questi non sono che prodotti che rientrano nella sfera commerciale dell’homo sapiens, avendo una loro importanza nella vita ordinaria di tutti i giorni.

C’è invece un oggetto che nasce dal bosco e, come per magia, grazie alla maestria di alcuni artigiani, riesce a trasmettere emozioni uniche: il violino. Dalla cernita accurata di abeti rossi e aceri montani di particolari zone montane, esperti liutai ripetono manualmente lavorazioni tramandate dal XVI secolo che hanno toccato il massimo nelle mani di Stradivari in quel di Cremona.

Saremo mai grati a sufficienza verso il bosco per tanta generosità? Qualcuno dirà che il merito è dei sapiens che hanno saputo ricavare dal legno una tale preziosità, io penso all’opposto. Quando il bosco è sotto il carico del vento emette sibili acuti per lo sfregare dei rami.

Questi sibili avranno attirato l’attenzione di un individuo curioso dotato d’ingegno che si trovava per caso nel bosco col suo arco primitivo da caccia e come spesso vuole la casualità, tornato al suo ricovero, l’individuo cominciò a sfregare la corda dell’arco con un righello rudimentale per cercare di riprodurre i sibili ascoltati nel bosco.

E fu così che il bosco regalò all’uomo l’idea di uno strumento a corda…
Inoltre il bosco, quand’è fustaia, obbliga lo sguardo di chi lo percorre a inseguire la linea dei tronchi per cercare gli spazi di cielo lassù fra le cime degli alberi e fu così che gli architetti di un epoca antica, in Europa, ne trassero ispirazione per le loro cattedrali gotiche, con volte altissime sorrette da colonne allungate a dismisura protese verso l’alto come i trochi di grandi conifere e vetrate sospese pensate per giochi di luce dall’alto verso il basso.

Percorrendo le navate di queste antiche strutture si avverte il malessere dei luoghi che incombono su chi li percorre, quale viandante sperduto in un bosco secolare che non dà riferimenti.

E fu proprio la mancanza di riferimenti che portarono Hänsel e Gretel sul cammino di una fiaba che non era la loro. Accortisi dell’errore presero un altro sentiero e ripresero a camminare nel bosco fitto fin quando non scorsero un’altra casetta ancora al centro di una radura.

Si avvicinarono incerti. Le pareti della casetta erano di marzapane e così i due, affamati, cominciarono a staccarne dei pezzetti per mangiarli. D’un tratto il cigolio della porta attirò l’attenzione dei ragazzi.

Apparve una vecchietta dal lungo naso, gli occhi scuri e il capo avvolto da un fazzoletto nero. Con lo sguardo magnetico e uno strano sorriso li invitò a entrare nella casa per rifocillarsi.

Hänsel e Gretel si ritrovarono così prigionieri della strega del bosco..

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