Il nuovo ministro Bianchi e i sindacati della scuola. Piccola cronaca di discorsi inutili. Tutti contenti

di Salvatore Salerno

Incontro Ministro Bianchi e Sindacati. In estrema sintesi, cambia il metodo e diventa promessa di ascolto permanente dei sindacati, delle organizzazioni dei dirigenti scolastici, del terzo settore, degli enti locali per una scuola legata all’autonomia e al territorio, la scuola di comunità secondo il Bianchi pensiero. Lo sviluppo di questa presentazione sarà concretizzato nella promessa di tavoli tecnici/tematici. E fin qui niente di nuovo, sindacati e partecipanti all’incontro felici e contenti sulle dichiarazioni iniziali del nuovo Ministro.
D’altronde pensano di avere trovato un Ministro che li ascolta bonariamente e gratis, solo perché esistono nei loro vertici, non c’è bisogno di protestare sui grandi problemi della scuola, non saprebbero come farlo, saranno invece tutti insieme appassionatamente nei tavoli.

Che in quei tavoli saranno sciorinati i dati falsi dell’Ocse Pisa o dell’Invalsi, della visione dei ds e staff, non importa. Che la parte sulla scuola del next generation EU e dell’atto di indirizzo dell’ex Ministra pregiudica la risoluzione di problemi reali, diseguaglianze, sud, edifici, classi pollaio, remunerazione dei docenti... puntando su narrazioni e obiettivi fumosi, con risorse più che limitate (meno di 20 miliardi in totale e in 6 anni), è solo un dettaglio.
Tutto è rivolto, per il momento, all’inesistente ma sollecitato dai grandi giornali, tv e giornalini della scuola, come l’allungamento dell’anno scolastico (mai la parola “allungamento” è stata pronunciata da Draghi o Bianchi), “recupero” che non era mai stata rivolta agli insegnanti ma solo a alunni e studenti esclusi da scuola e dad non per colpa loro, “rimodulazione” che in sé vuol dire tutto o niente e comunque se ne riparla a settembre, organici per quest’anno e per settembre senza nulla decidere.
Entra in quell’incontro la parolina “contratto” e rinnovo dopo 26 mesi dalla scadenza, dopo dieci anni di stipendi fermi. Anche su questo Bianchi ha una risposta, cari sindacalisti non preoccupatevi, ne parlerò con il Ministro della Pubblica Amministrazione (Brunetta). Anche qui sindacati felici, che bravo questo Ministro, ci onora anche di una risposta sul contratto per docenti e ata che sono pubblica amministrazione e lo avevano dimenticato. Che i docenti svolgano una funzione diversa dall’impiegatizio, che nessuno in Europa e nel mondo considera burocrate ma gente laureata e preparata in grado di proiettare nel futuro le nuove generazioni, che sono pagati in Italia la metà dei grandi Paesi europei lavorando tanto quanto e di più degli stessi Paesi, che sono costretti a lavorare int pessime condizioni e classi superaffollate, anche questo un dettaglio.
Sarà bello essere convocati ancora e ogni volta che ci sarà da discutere di scuola, da pari a pari, un futuro roseo. Anche il rappresentante dei ds, il sempre presente e comunicatore unico del mondo scolastico, il caustico Giannelli, è contento. Noi siamo qui, pronti alla scuola dell’autonomia, toglieteci gli ultimi baluardi di democrazia, gli organi collegiali, le RSU anche se quelle le abbiamo già comprate di fatto, dateci un bello staff di insegnanti che non devono insegnare ma che eseguano le nostre direttive, aumentateci ancora lo stipendio perché siamo dirigenti dello Stato, manager e sceriffi, facciamo anche a meno della libertà di insegnamento e con genitori e famiglie (contro i docenti) ci pensiamo noi.
Il Ministro Bianchi, sornione, ha ascoltato tanto sull’allungamento del calendario scolastico, sulla scuola fino a fine giugno e d’estate, ha lasciato sfogare questi sindacalisti sul nulla e, pazientemente, ha detto che non si fa nulla di tutto questo e che decideranno in sede locale.
Delle centinaia di migliaia di assunzioni e dei precari, della mobilità, se ne parlerà, forse, non si quando, non si sa come, per una scadenza che è fra meno di sei mesi. Che sarà mai, in sei mesi si possono fare tante cose, nulla o quasi, come abbiamo ben visto da marzo a settembre 2020. Ci vuole tanto a dire che si, bene questo incontro, segna un cambio di passo importante rispetto a prima quando Max Bruschi riceveva i sindacati solo se non ne poteva fare a meno e la Ministra si infastidiva, ma da qui a dire che il mondo scolastico sarà fulgido domani perché questo primo incontro è stato un successo, ce ne vuole.
Più onestamente è più giusto dire che è stato un’incontro di cortesia, bello, ottimo, speranzoso e rispettoso. Ma contenuti limitati, non di alto spessore e di prospettiva lunga, decisioni zero. Lo stile è quello di Draghi nei confronti delle forze politiche, si lo so che ci siete, formalmente ne terrò conto, cercherò di non umiliarvi, ma lasciate fare a me. Sennò perché mi avete chiamato?
La fortuna per Bianchi e tutti gli altri è che più indietro di come sta messa la scuola pubblica italiana non può più andare, il fondo è stato ormai toccato, quello che verrà non potrà essere peggiore del passato degli ultimi Ministri neanche se si dovessero impegnare tutti e appassionatamente nei tavoli tecnici/tematici per peggiorarla ancora. Attenti sempre, però, a quei soloni di derivazione confindustriale italiana (cioè la classe imprenditrice meno capace e illuminata d’Europa), Treelle, Fondazione Agnelli e compagnia bella, quelli hanno tanta fantasia e potrebbero sempre riuscire a fare più danni. Chi, da ogni punto di vista, tiene alla scuola perché ci lavora o per i propri figli deve tenere fuori questa gente anche se ha la diretta proprietà di grandi giornali tv e tanti che parlano di scuola senza saperne niente, soprattutto in Parlamento e, forse, da chi meno ce lo aspettiamo come è già successo da tutti i precedenti Ministri e fonti ritenuti insospettabili nei partiti e movimenti.
Aspettando il Sindacato che fa il Sindacato, che la politica faccia politica, che i docenti di ruolo o precari trovino il modo di difendersi dai continui attacchi, che la scuola pubblica sia per tutti e tutti uguali, che sia elevata, almeno, nella dignità, considerazione sociale ed economica per tutti i docenti, ata, per alunni e studenti, nella buona o nella cattiva sorte, o aspettando Godot.

*Immagine tratta da Corriere.it

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