Il #pensiero, la #critica

DI MARCO ZUANETTI

Il pensiero è critico o non è pensiero, poiché pensare, ragionare, riflettere possono esserlo solo in senso critico, problematico, riflessivo, di approfondimento.

Dove l’aggettivo appunto rafforza semplicemente il sostantivo.

Un pensiero difficile in tempi di semplificazione, di velocità, di brevità, dove appunto raramente si fa approfondimento e più spesso o quasi sempre si fa surf sui problemi e sulle questioni. (Cfr. Lelio Demichelis).

Critica, dunque, ma non per il gusto – autoreferenziale e improduttivo – di criticare.

Critica – invece – per andare a scavare sotto la superficie del senso comune e dei luoghi comuni e delle nuove ideologie; o per svelare l’apparenza delle ombre della nostra caverna di Platone, ombre (o mondo virtuale) che scambiamo sempre più per realtà.

Critica, infine come modalità per smascherare il potere, le ideologie, ma anche il nostro conformismo, l’opportunismo dell’indifferenza, e soprattutto la rassegnazione che ci prende come unica forma di reazione all’azione pedagogica dell’ideologia della paura che si propone come un tutto – come una religione – e vuole essere soprattutto una biopolitica (come ha sostenuto Michel Foucault) governando la vita intera delle persone e delle società.

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