Il valore terapeutico del sorriso

DI FRANCO FRONZOLI

Si chiama gelotologia, un termine catturato al volo, senza conoscerne il significato. Comunque molto interessante.

Si tratta della disciplina che studia il fenomeno del ridere con particolare riguardo alle sue potenzialità terapeutiche, al benessere terapeutico della persona e dei gruppi sociali.

In essa è inglobata la clown terapia, il famoso Patch Adams, persone vestite da clown che girano in ospedali pediatrici per regalare un sorriso ai bambini.

Ma il sorriso è anche terapeutico per noi  che siamo spesso restii al riso, che non contempliamo la risata e ci adagiamo nel serioso.

Spesso, per quello che ci gira intorno non c’è nulla da ridere, anche se, in certe occasioni, sarebbe opportuno sforzarsi e sorridere.

Si ride se si abbraccia l’ironia, se si riesce a dissacrare tutto ciò che è cupo e fosco.

Dovremmo evitare di preoccuparci di banalità e trasformare il tutto in sorriso, perché alla vita bisogna sorridere, anche se non è sempre facile.

Quando i bambini sorridono  si espande la gioia, sono contagiosi, sono semplicemente straordinari.

Certo c’è anche chi sorride per  fesserie ma lo possiamo tollerare, sempre se l’effetto è terapeutico.

Dobbiamo essere consapevoli che navigare nella cupezza è semplicemente deleterio, inopportuno, dannoso.

Trasformiamoci in clown, clown di noi stessi: io sono un clown per i nipoti e ne vado fiero.

Una risata ha il potere di seppellire la tristezza, non dimentichiamo questa cosa

Immagine tratta dal web

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