Incubo, cercando me (undicesima parte)

DI ROSY PENNELLI

Passò il tempo, passò più in fretta di quello che si aspettava. Le cose cambiarono e lei crebbe d’ autostima, crebbe nell’eta’ e nel corpo.

La scuola era finita insieme a quell’orribile esperienza, insieme ad una Greta tredicenne, insieme alle sue aspettative stravolte da un’impotenza di scelta, infatti, non poté scegliere per sé, non poté scegliere come continuare la sua adolescenza, non poté scegliere di proseguire gli studi.

Nei suoi pieni diciassette anni aveva già imparato diversi lavori, era una macchina da guerra!. Lavorava e lavorava …evadeva da ciò che c’era e da quello che non le stava bene.

Il suo comportamento era cambiato come anche il suo aspetto. Diventata sicura, determinata e scaltra aveva apportato modifiche anche alla sua personalità…era raggiante!

Aveva lasciato in quello scantinato tantissimi ricordi, dai più intimi ai più orribili, per lei era un posto ormai morto che trovava vita solo nei suoi sogni, incubi che la rincorrevano nelle notti quando meno se l’aspettava.

Le sue giornate, le sue nottate… una vita di sogni disturbati, una vita di sogni ricorrenti e angoscianti, paralisi del sonno e urla soffocate che non riuscivano a farla venir fuori dagli incubi e che durante la quotidianità trovavano collegamenti nella realtà.. lei ne era stremata!

Non si spiegava perché i suoi sogni erano così legati alla vita di ogni giorno, alle situazioni che sorgevano, agli incontri che faceva o ciò che era successo chissà dove a chissà chi.

Non capiva perché fossero così vividi e profondamente segnanti nel suo umore. Aveva deciso, non avendo altra scelta, di imparare a conviverci …

Immagine tratta dal web

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