Io, forse non lo sai, appartengono al mare

DI GIOVANNI DE LUCIA

Dopo anni di silenzio, ero tornato da te per dichiararti che poteva esistere una ragione talmente forte da poter farci dimenticare cosa eravamo stati.

Volevo mostrarti ciò che nel tempo avevo custodito nell’angolo più intimo dei miei pensieri e che tu ben conoscevi. Magnanima, come solo una Madre può essere, mi avevi aperto nuovamente le braccia accogliendomi. Così abbiamo riso, brindato a quel tavolo, dove con punta di coltello scrissi un tempo il mio giuramento di fedeltà alla tua grandezza.

Volevo che lei respirasse la stessa aria che mi aveva fatto libero, volevo che provasse lo stesso amore, che mai mi ha reso secondo.
Madre del Mediterraneo con le tue chiese, sinagoghe e moschee, con i tuoi figli di diverso credo ma uniti dallo stesso sangue, mi hai lasciato vivere quella mia illusione come l’ultimo dei tuoi doni.

In ogni grano del tuo rosario erano incise le parole “animus liber”.
Al tuo messaggio io non risposi mai, immaginavo cosa mi avresti predetto. Non si esce dal tuo abbraccio per due volte, se non per rendere la vita al mare. Ma io avevo deciso che mi sarebbe bastato navigare nell’azzurro dei suoi occhi e mai sarei stato secondo.

Animus liber è fede nei nostri sogni, questo è stato sempre il nostro credo.
Ma in quel pezzo di carta, che mi donasti all’imbarco dei due moli, c’era la mia sentenza, il mio destino: “mai secondo perché appartieni al mare”.

Ora so di non poter più brindare nelle tue taverne, io non sentirò più raccontare di leggende, i miei sogni regalati sono stati scambiati per un boccale di vino da una chimera, ma unica sarà quella solenne bevuta, perché mai secondo…io appartengo al mare.

Immagine tratta dal web

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