Una questione politica
Contro la centrale si battono da anni le associazioni ambientaliste. La Lituania ha annunciato lo stop alle forniture dalla Bielorussia e la Lettonia dichiara che non acquisterà energia elettrica prodotta ad Astraviec.
Il ministro lituano degli Esteri, Linas Linkevicius, sostiene che il progetto è “geopolitico” e che è stato portato avanti senza considerare alcune questioni di sicurezza mai risolte. “La comunità internazionale non può restare indifferente”, ha dichiarato.
Intanto Vilnius distribuirà pastiglie di iodio a mezzo milione di lituani residenti nella zona, dove è ancora fresco il ricordo dell’incidente della centrale di Chernobyl, che nell’86 ha contaminato un quarto del territorio bielorusso.
Ma il governo di Minsk liquida le proteste e la società che ha costruito l’impianto sostiene sia stato progettato per soddisfare i più moderni standard di sicurezza, i cosiddetti “post-Fukusima”.
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