La cosa giusta

DI MARIAESTER GRAZIANO

Questo accade domenica.
Cammina tra le corsie del supermercato.
A un certo punto alza le braccia e comincia ad esultare.
Non ha cuffie, non corre, non guarda nulla di specifico, non parla con nessuno.

Ma un certo punto, quest’uomo sulla quarantina, alza le braccia ed esulta.
Senza un contesto, una vigilia, una pubblica e testimoniata circostanza.
Solo lo spot di qualcosa in sottofondo ripassato già mille volte e le decine di uova di Pasqua.
Così, sono sicura, che tutti a questo punto credono che sia pazzo e si allontanano un poco.

Tranne un bambino che si sgancia dalla mamma e comincia ad esultare con lui.
Poi la madre lo richiama e l’uomo va verso le casse con un viso molto serio.
A quel punto io comincio a chiedermi perché fosse tanto felice, cerco la causa tra gli scaffali. Un’offerta?
Nulla.

Per tutto il giorno mi chiedo cosa lo abbia fatto tanto esultare, faccio ipotesi. Non me lo riesco a togliere dalla testa.
Mangio, tossisco, saluto persone ma intanto quel sottofondo. Insomma, continuo davvero a pensarci?
A un certo punto mentre leggo capisco.
Il bambino.
Ecco, è tutto nel bambino. Non si è chiesto se fosse pazzo, se avesse una ragione, se dovesse averne paura.
Fa l’unica cosa giusta in questi casi. Salta e gioisce con lui.

Immagine tratta dal web

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