Nell’era del consumismo
ogni prodotto è merce.
Sorrisi di plastica
su volti tirati
che sembrano cere
di un museo
d’arte contemporanea,
un’arte in cui prevale la forma
e muore la sostanza.
Rimpiango l’epoca in cui
a cinquanta anni si era cinquantenni,
le donne portavano le gonne
ed erano fiere
delle proprie rughe.
Ognuna di esse
segnava il tempo,
un tempo di vita vissuta e voluta.
La dolcezza traspariva
dalla semplicità
d’un timido sorriso
e quel candore,
la purezza sul viso!
L’eleganza e la sobrietà
era un dono al femminile
e le imperfezioni segnavano
quel tocco di classe.
L’essenza naturale!
Soave lo sguardo
d’una complice intesa
nascosto da un cappellino
di paglia o da fiori
intrecciati ai capelli
e quella camminata
sinuosa ed ondeggiante
lasciava il segno
per le vie del paese.
Un sorriso cordiale,
era ciò l’essenziale,
un saluto cortese
senza inganni o pretese.
Immagine tratta dal web
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