LA MONTAGNA NON È UN LUNA PARK

DI FABIO BORLENGHI

Pescocostanzo, in Abruzzo, è uno dei borghi storici più belli d’Italia, le cui origini risalgono al X secolo. Il suo centro storico è un vero gioiello con palazzi, chiese e fontane di pregio artistico e architettonico. La sua vera prerogativa è però l’ambiente naturale che lo circonda.

Posto ai piedi della Maiella sull’altopiano delle Cinque Miglia questo bellissimo paese gode della vicinanza di una natura superba fatta di antiche faggete, ampie  praterie e fianchi montani aspri e selvaggi. Passeggiando lungo i tanti sentieri di montagna i suoni che arrivano all’orecchio sono quelli del vento fra le foglie degli alberi, di una sorgente d’acqua ai margini di un bosco, dello scampanio di un gregge di capre, del cinguettio di un gruppo di cince fra gli alberi, del richiamo dei gracchi in volo nel cielo azzurro, dell’abbaio di un capriolo in fuga e altri ancora.

Da poco tempo, però, l’homo sapiens ha voluto contribuire a tanta armonia aggiungendo qualcosa di suo: il rumore penetrante di un elicottero che periodicamente porta schiere di ciclisti in mountain bike sopra la montagna per permettere loro di buttarsi a capofitto verso valle così da provare emozioni forti ed estreme. Questo servizio di trasporto si chiama elibike. Bello vero?

Chi ama profondamente la montagna non può che sentirsi offeso da iniziative di questo tipo e c’è da chiedersi come mai il consiglio comunale di un paese tanto bello e decantato abbia avallato una scempiaggine di questo tipo. Purtroppo sta prendendo piede, soprattutto nelle amministrazioni locali, un concetto di sviluppo economico profondamente errato e fuorviante.

Si pensa che sia tutto lecito e fattibile purché ci sia un ritorno economico a breve termine. L’anno scorso una cinquantina di moto trial, in primavera, hanno invaso un vallone del Lazio a ridosso del Parco d’Abruzzo nella zona della Val Roveto (Sora) arrivando su praterie montane abitualmente frequentate da orsi, lupi e aquile, nella più completa illegalità e con buona pace delle amministrazioni locali.

Episodi di questo genere cominciano a non essere più isolati e c’è il rischio concreto che la montagna sia scambiata per un luna park gratuito. Bisognerebbe invece puntare a un’offerta turistica legata alla qualità dei luoghi naturali e storici, attraendo quei turisti che sono alla ricerca del suono del vento e non del rumore di un elicottero.

In Svizzera troviamo un’encomiabile iniziativa messa in atto in accordo con i vari cantoni che contempla le cosiddette Zone di tranquillità ovvero zone nelle quali, in periodo invernale, le attività del tempo libero dell’uomo sono regolamentate affinché la fauna selvatica, in questo particolare periodo critico dell’anno, non debba subire il disturbo antropico sotto forma d’inquinamento acustico o presenza massiva dell’uomo stesso.

Sarebbe utile che l’intero consiglio comunale di Pescocostanzo facesse una capatina in Svizzera per imparare come si rispetta l’ambiente. Non è mai troppo tardi..
Viviamo un momento storico d’involuzione e decadenza culturale senza precedenti.

Senza cultura non si va da nessuna parte e, infatti, è quello che sta accadendo nel nostro paese e non solo.
Che fare?

Chi può e vuole reagisca a tanta stupidità dilagante nei modi e con i mezzi che preferisce. E’ una lotta apparentemente impari che ricorda un po’ quella di Davide e Golia ma quest’ultimo non brillava d’intelligenza e alla fine si beccò un sasso in fronte e stramazzò a terra…

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