‘La regola del tre’ per proteggere il cuore

di Cristina Piloto (biologa/nutrizionista)

L’hanno ribattezzata la regola del tre: camminare per tre volte a settimana percorrendo almeno tre chilometri e facendolo in 33 minuti. Emerge quindi in modo netto l’importanza dell’attività fisica per prevenire le patologie cardiovascolari e mantenere l’organismo in buona salute.

Quello che più aiuta a prevenire il rischio di insorgenza di malattie della morte improvvisa, dovuta ad anomalie del sistema cardiaco risulta essere, oltre ad un quotidiano allenamento fisico, anche naturalmente l’alimentazione.

Sono stati sdoganati i carboidrati, compresa la tanto temuta pasta, il cioccolato fondente e il caffè in quantità moderate (preferibilmente senza zucchero). Via libera alle spezie: origano, timo, curry (o curcuma e zenzero), maggiorana, peperoncino, salvia, basilico, sempre senza esagerare. sì, anche alle cipolle rosse, conosciute già per la loro componente antinfiammatoria, grazie alla presenza della quercetina.

Niente di nuovo quindi, ma sempre nuove conferme, già sottolineate più volte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il cuore è un organo meraviglioso e dalle proprietà eccezionali: basti pensare che comincia a battere autonomamente dalle prime settimane di vita fetale e non smetterà poi per tutta la durata della vita.

Il suo battito continua in maniera auto ritmica anche al di fuori dell’organismo e necessita del sistema nervoso centrale ed endocrino solo per essere modulato (avrebbe una frequenza di circa 100 battiti al minuto, mentre grazie alla regolazione nervosa ed endocrina riesce a diminuirla, proprio per avere dei battiti “di riserva”, in caso di sforzi fisici o condizioni particolari, e questo ci dimostra quanto questo organo abbia un controllo fine e mirato).

Rappresenta la pompa di un sistema mirabilmente controllato, sia a livello locale che a distanza e riesce a reagire a situazioni di stress anche estreme, coadiuvato da altri organi fondamentali come i reni e l’apparato respiratorio, dando luogo ad un complesso volto a rendere l’organismo il più efficiente possibile.

Se durante la vita riusciamo a trattar bene questo delicato e al tempo stesso resistente apparato, potremmo sicuramente avere un minor rischio di incidenza di patologie come l’ipertensione o l’ipertrofia cardiaca, che a lungo andare possono dar luogo a patologie più complesse e ad alto rischio, come eventi ischemici e scompenso.

Ciò significa che abbiamo il compito di facilitarne il lavoro, conducendo una vita per quanto possibile sana, praticando attività fisica, ricorrendo ai farmaci solo quando questi siano davvero necessari, e anche cercando di vivere rapporti mirati al nostro benessere psicofisico.

Perché, non bisogna mai stancarsi di dirlo, alla base di tutto c’è la salute della persona in toto, che comprende tanto i meccanismi della fisiologia del corpo quanto quelli della mente, visto che i due elementi sono costantemente e fondamentalmente legati l’uno all’altro.

E se è vero da una parte, che la componente genetica può influenzare l’eventuale insorgenza di patologie fisiche, anche gravi, è innegabile che vivere assecondando le nostre esigenze psichiche, circondandoci di persone che ci aiutano a farlo, e mettendo in atto quelle che ormai conosciamo come buone pratiche di salute, rappresenta di certo una componente chiave per rimanere il più a lungo sani, energici e vitali.

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