La via Ostiglia

DI FLORA BARIN

Non lontano dalla mia casa, c’è un percorso creato su una linea ferroviaria dismessa: l’Ostiglia. Costruita nel periodo mussoliniano e poi abbandonata, va da Treviso a Ostiglia, vicino a Mantova.

Ora è una via ciclabile e pedonale, divisa a tratti, che attraversa la pianura padana.
L’Ostiglia, così in disuso, sembra in attesa di qualcosa, magari vorrebbe nuova gloria da rivivere o, soltanto, raccontare la sua storia a chi la percorre.

Il legame con la mia terra è forte, generazioni della mia famiglia si sono succedute creando un’energia particolare.
Nell’antichità quest’energia veniva chiamata lo spirito del luogo, che protegge e accompagna la vita del posto dove si è nati e cresciuti e di tutta la comunità appartenente.
Esso rimane per sempre il luogo del cuore.

Un paio di metri sopra il livello terra, la via Ostiglia permette di avere una visione ampia e profonda della campagna veneta tradizionale, con filari di viti, grandi coltivazioni di pioppi e colture basse a foraggio.

La via procede avvolta da una galleria ad arco costituita da acacie selvatiche cespugliose e alberi. E’ alternata da aperture a cielo libero che lasciano un senso di grande respiro.
Il verde, in tutte le sue sfumature, è il colore dominante.
Spesso ci vado. E’ un’emozione ad ogni stagione!

Nel tardo autunno e durante l’inverno, i pioppi sono scheletriti e pure hanno una loro forma elegante e nobile.
In questo luogo percepisco una condizione di pace e armonia che mi porta lontano con i pensieri.
La immagino come il percorso della nostra vita.

La sola certezza che abbiamo è il presente, è questo adesso, questo nostro esserci al quale dare un senso, oltre il grande mistero che ci avvolge.
Dare un senso alla vita e non cercare il senso della vita, al quale mai a questo mondo sapremo rispondere.

Un cammino da percorrere che facciamo da soli, ma non si è soli, altri lo stanno facendo a fianco a noi. E sono tutti quelli che nella dimensione del tempo e dello spazio infinito, incontriamo nello stesso tempo in cui viviamo su questa terra.
Un filo universale che ci lega.

Più riusciamo ad alleggerire il nostro zaino dalle cose e dai pensieri, il più spesso inutili, che ci portiamo appresso, più leggero e consapevole sarà il nostro cammino.

Si procede. Asperità, dolori e fatiche non mancheranno a colpire corpo e sentimenti, ma abbiamo l’incommensurabile opportunità di ammirare il posto in cui abbiamo il privilegio di vivere: la nostra Madre Terra.

Niente ci può fermare. Si va: chi a passo lento e contemplativo, chi a passo rapido e distratto dalla materialità consumistica del quotidiano.
Questo è il nostro cammino.

Passo dopo passo sento, appena percettibile dentro di me, una musica ritmata, rassicurante e piacevole.
Mi accompagna.

Mi guardo intorno, Tutte le tonalità dei colori della natura, brillano alla luce del sole. Appaiono trasparenti.
Continuando a camminare, il volume della musica gradatamente aumenta e il ritmo si fa più rapido.
Il sentiero si sta accorciando, ma vedo la fine ancora lontana.
E continuo il cammino. L’aria è tiepida e pregna di aromi balsamici delle colture basse.

Ora vedo una luce in fondo al sentiero. Una luce radiosa.

Mi avvicino sempre di più. Il cuore mi batte forte, c’è qualcosa di diverso da ciò a cui sono abituata.
La musica incalza e sale.
Cammino e la musica sale ancora.
Ora l’orchestra è un’esplosione di strumenti!
Musica come questa mai l’ho sentita!
Mi sento frastornata.
Sono completamente catturata da una luce diversa da quella a cui sono abituata: una splendente luce Divina.
Ho la certezza di essere arrivata.

Ora mi è chiaro il senso Universale della vita.

Immaginando.

©® Copyright opera artistica di Flora Barin Titolo: La Via Ostiglia Tecnica-Olio su tela Dimensioni 35×45

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