Lettera a Simona, morta di covid a 39 anni

DI CLAUDIA ARU

Ciao Simona,
Non ci siamo mai conosciute ma la tua storia mi ha lacerato il cuore e sento il dovere di divulgarla per far si che arrivi a più persone possibile, soprattutto a chi nega, a chi non rispetta le regole, a chi minimizza.

Avevamo la stessa età, 39 anni, eri al sesto mese di gravidanza, il virus ti ha colpita e non avevi altre patologie, eri già mamma di una bimba di 5 anni e vivevi a Ussana (CA).
Quando ho letto la prima notizia che ti riguardava, ti ho dedicato i miei pensieri più positivi, aver letto che avevi perso il bimbo che portavi in grembo a causa del covid, mi ha lasciata senza parole. Hai subito un intervento molto complesso per asportare il feto mantenendoti in vita. Ho pensato al tuo dolore mentre combattevi, con le forze che ti rimanevano, contro questo virus beffardo e imprevedibile.
Ti ho augurato in cuor mio di superare questa malattia ora e poi il dolore della perdita, di trovare pace e di voltare pagina.
Fino alla notizia che mai avrei voluto leggere: ti sei aggravata ulteriormente, nonostante il polmone artificiale usato per aiutarti, e il tuo cuore non ha retto.
Un dramma nel dramma che mi fa riflettere tanto.
E allora che si sappia la tua storia, che si legga ciò che ti è successo, che tappi la bocca, una buona volta, a chi non si rende conto che dobbiamo essere prudenti e rispettare le regole.

Ma non succederà e si continuerà a blaterare fino a che non si vedrà qualcuno che amiamo soffrire davvero.
Tutti virologi con le sofferenze degli altri.

E chi se ne frega del Natale in formato ridotto, che è un piccolissimo sacrificio di fronte a ciò che rischiamo e, soprattutto, davanti a quello che passeranno tuo marito e tua figlia.

Anche i miei problemi diventano microscopici davanti a tanto dolore.

Mi dispiace tanto.

Riposa in pace.

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