Lì sono morta

DI LAURA RUSSO

 

Sono felice, ho dei bei vestitini, tanti giochi e le matite di tutti colori.
Gioco con i miei amici in strada con le biglie di vetro e i gessetti bianchi.
La mia mamma sforna il pane più  buono del vicinato e il suo odore si sente fin sopra nelle camere da letto.

Oggi è festa,verranno i nonni e mangeremo insieme tante cose buone.
Papà ha acceso il caminetto, dopo pranzo ci siederemo tutti vicino ad ascoltare il nonno e le sue storie.
Oggi ho messo il mio abitino nuovo, rosso a pois bianchi, ho fatto le treccine legate dai fiocchetti rossi e anche  le mie scarpette sono rosse, il mio papà le ha lucidate così  tanto che brillano.

Hanno suonato alla porta, corro giù per le scale …
Sono arrivati…sono arrivati…
No!
Non sono i nonni.
Che sta succedendo non capisco, mamma, papà…
Mi tirano, ho male al braccio,ho freddo…sono seduta in un angolo buio.
C’è un cattivo odore, ho paura, non capisco.
Dove sono e… la mia mamma dov’è.

Il mio vestitino si è  rotto, i fiocchetti rossi si sono sciolti….. mamma ho paura!
Sento aprire la porta, entra un signore con una divisa e un cappello strano, guarda tutti come se stesse cercando qualcuno, poi si avvicina e mi dà la mano….
Sorrido…mi porterà dalla mia mamma.
Lui mi sorride….e io sorrido.
Nella camera non c’è ne mamma ne papà…

solo un lettone di ferro arrugginito.
Dice di togliermi il vestitino e le mie scarpette rosse, ho freddo…si avvicina, ho paura, mi accarezza dapprima sul capo e poi…
Poi,sono morta.
Credo…
No, ne sono certa.
Lì, su quel letto sono morta.

Questo è uno scritto che racconta una delle tante violenze subite dai bambini ebrei nei campi nazisti.
In particolare di una bambina violata…sicuramente forte ma c’era sicuramente anche questo tra le tante brutture subite.

Immagine free tratta da Pinterest

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