L’imposturin cui viviamo

DI ANTONIO MARTONE

Nella nostra contemporaneità, i simboli maggiormente influenti sono il denaro e la tecnica – strettamente legati in un fascio indissolubile di forza. Anch’essi, così come del resto tutti i simboli che li hanno preceduti nella storia dell’uomo, partecipano della medesima impostura.

Il denaro e la tecnica occupano l’intero spazio creativo, sforzandosi ogni giorno di mascherare la loro funzione mediativa (fra l’essere e il vuoto), convincendosi e convincendoci che il vuoto non esista o che basti la loro sola presenza per cancellarlo.

In realtà, essi non solo non hanno alcuna legittimazione a svolgere un ruolo che non gli spetta, nè hanno il diritto di porsi come un assoluto, ma – per le menti più affilate – essi riescono soltanto a far sentire ancora più fortemente la presenza di ciò che essi intendono cancellare.
E tale presenza si dà nella forma dell’assenza di senso.

Occorrerebbe liberarsi da questa impostura: sarebbe necessario vedere la luna e non il dito che la indica: comprendere finalmente, cioè, che in realtà il denaro e la tecnica mentono nel loro assolutizzarsi e che dietro, davanti ed oltre, alla loro contingente presenza al mondo, vi è un dato universale, mai cancellato ma solo, provvisoriamente, rimosso, ossia il vuoto: l’unico vero sovrano della vita dell’uomo!

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