L’inglese nella musica, le parole inglesi usate anche in Italia nell’ambiente musicale

DI REDAZIONE

Che lo si voglia o no, dobbiamo farcene una ragione: l’inglese è sempre più presente nelle nostre vite e parole arrivate dagli Usa o dal Regno Unito si stanno via via sostituendo a termini di uso corrente nella nostra lingua.

Questa tendenza non ha risparmiato nemmeno il mondo della musica, che è fortemente influenzato dalle tendenze, dagli stili e dagli artisti d’oltreoceano.

Prima di scoprire quali sono i termini inglesi legati al mondo della musica che bisogna assolutamente conoscere al giorno d’oggi, va prima analizzato il sempre più imperante ruolo che l’inglese ha nelle nostre vite.

Sembra infatti che oggi sia fondamentale avere una conoscenza almeno superficiale di questa lingua per poter comprendere notizie, istruzioni, seguire eventi sportivi, trovare lavoro e molto altro.

È ad esempio il caso dei giornali come il Corriere della Sera o la Repubblica che, soprattutto quando si parla di economica e politica, preferiscono usare termini come spreadjob’s act e welfare al posto dei corrispettivi italiani.

Anche il mondo delle aziende, o corporate, è sempre più anglofono e per averne le prove basta fare un salto su Linkedin e provare a farsi strada tra post che parlano di briefcallmeeting e deadline.

In alcuni casi l’inglese è andato a sostituire non solo l’italiano ma anche altre lingue nel nostro linguaggio corrente.

Ciò è accaduto ad esempio nel mondo del gioco e in particolare con il linguaggio relativo alle regole della roulette: come spiegato dal casinò online Betway Casinò, la roulette nacque in Francia ma il suo grande successo nei Paesi anglofoni ha fatto sì che ancora oggi nella terminologia di questo gioco spicchino parole non più francesi ma bensì inglesi come straightsplit e square.

Anche nel mondo dello sport, caratterizzato dall’incontro di campioni internazionali che spesso non parlano la stessa lingua, fioriscono termini di origine inglese come coachbreakmatch e time out, perfetti per evitare incomprensioni quando gli sfidanti arrivano da Paesi stranieri ma anche comunemente usati in Italia.

Non si può infine analizzare la sempre più larga presenza di termini inglesi nel nostro linguaggio senza citare il mondo dell’high-tech che ormai importa in Italia parole inglesi senza nemmeno crearne un corrispettivo italiano come nel caso di softwaresmartphone e touchscreen.

L’inglese nel linguaggio musicale italiano

Chiunque voglia fare i primi passi nel mondo della musica come artista o semplice ascoltatore non può ormai non conoscere alcuni dei termini inglesi più diffusi usati sempre più spesso anche in Italia.

Ovviamente questo elenco potrebbe continuare per diverse pagine, ma ci sono alcuni i termini base da conoscere per potersi muovere agilmente nel mondo della musica in Italia e che permettono però di aprire anche porte verso altri Paesi.

Conoscere queste parole può inoltre essere estremamente utile quando si fanno acquisti online, perché sempre più spesso anche i negozi digitali italiani preferiscono usare termini come speakerheadphones o amp al posto dei corrispettivi italiani, che stanno lentamente ma inesorabilmente entrando in disuso.

Ecco un piccolo dizionario con le parole inglesi più importanti e il loro significato in italiano.

  • Live, cioè dal vivo, usato solitamente per parlare di concerti ed esibizioni;
  • Jam session, un gruppo di musicisti che si riunisce per improvvisare e suonare insieme senza una vera scaletta;
  • Lyrics, cioè il testo di una canzone;
  • Performer, inteso come musicista che canta e suona in pubblico, il termine si riferisce ai cosiddetti interpreti anche quando questi non scrivono testi e musica;
  • Amp, abbreviazione di amplifier, cioè amplificatore;
  • Headphones, da non confondere con earphones, le cuffie che si indossano sul capo e coprono le orecchie esternamente;
  • Earphones, dette in italiano anche cuffiette, sono gli auricolari che si infilano nelle orecchie;
  • Mic, abbreviazione per microphone, cioè microfono;
  • Speaker, diffuso anche nella forma plurale speakers, cioè le casse;
  • Record, da non confondere con il significato italiano della parola, cioè “miglior risultato”, significa disco o registrazione;
  • Label, cioè etichetta, usato anche per indicare le etichette discografiche;
  • Track, cioè la traccia musicale presente su cd, dischi o audiocassette.

Se bisogna aspettare ancora molti anni, prima che gli italiani (come già accade in numerosi altri Paesi europei) arrivino a parlare fluentemente in inglese, in attesa di questo momento è però possibile imparare alcuni dei termini inglesi ormai utilizzati tutti i giorni nella nostra lingua, approfondendo in particolar modo quelli inerenti gli ambiti che più ci interessano, come nel caso del mondo della musica.

Da REDAZIONE

 

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