Lorenzo Lotto, Annunciazione

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Una delle rappresentazioni dell’Annunciazione più celebrate della storia dell’arte, realizzata da Lorenzo Lotto intorno al 1527 e destinata a far parlare e mettere a tacere, grazie ad una irrequietezza di fondo quasi maestosa nella propria roboante manifestazione.

A partire dalla figura di Dio, imponente nella propria veste infuocata, secondo un rosso simbolo di divinità che riprende anche la veste della Madonna, il quale irrompe sulla scena quasi gettandosi all’interno della camera di Maria, luogo in cui, inconsuetamente, si svolge la scena.

Alla presenza di un angelo non particolarmente aggraziato, dalle fattezze piuttosto massicce e vagamente sproporzionate, che letteralmente brandisce un giglio bianco, simbolo di purezza, apparendo poco rassicurante.

Sensazione confermata dall’espressione di Maria. La giovane, con una indefinibile sguardo tra l’atterrito ed il consapevole, in ossequio a quanto descritto nel Vangelo, sorpresa dall’arrivo del messaggero divino, non ha nemmeno il coraggio e la forza di voltarsi, preferendo interloquire silenziosamente con lo spettatore, muto testimone dell’incredibile situazione, mentre un diabolico gatto, la cui funzione di ancorare materialmente la scena e simboleggiare il male messo in fuga dalla presenza ultraterrena, si allontana inarcando la schiena.

Presente anche il consueto elemento iconografico di Maria, il libro appoggiato sul leggio, rievocante la sapienza di cui è investita attraverso lo Spirito Santo, accompagnato da una serie di oggetti ordinari puntualmente raffigurati e precisamente collocati.

Una disposizione, quest’ultima, non casuale, atta rimarcare il contrasto tra il dinamismo della scena, agitata e movimentata, in cui i gesti dei protagonisti rasentano una convulsa frenesia, e la tranquillità preesistente, scossa e squassata dall’improvvisa irruzione.

Una raffigurazione estremamente moderna; audace nel proprio forte anticonformismo, comune a pochi altri autori, fermamente decisi a rispettare quanto esattamente enunciato nel racconto di riferimento; ricordiamo L’Annunciazione di Simone Martini, del 1333, in cui l’impeto dell’arcangelo Gabriele è tale da proporre le parole pronunciate, che fuoriescono dalla sua bocca in forma di arcaico, antesignano fumetto, in guisa di proiettili che direttamente colpiscono la Vergine, la quale, sinuosamente, arretra con malcelata ritrosia, e quella di Ambrogio Lorenzetti, anch’ella sferzata dalla medesima scritta, e volgente gli occhi al cielo alla ricerca di uno sperato aiuto…

Lorenzo Lotto 1480 – 1558
Annunciazione (1534c.)
Olio su tela (166 x 114 cm)
Recanati – Museo Civico Villa Colloredo Mels

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