Mi guardo

DI SIMONETTA PANUNZI

Fuori c’è vento,
l’invisibile messaggero
agita le ombre
tra i rami contorti
e le luci.
L’aria scavalca
dalla finestra aperta,
soffia dentro
polvere e amianto…
E…
Dell’ultimo incendio,
spazza via
Illusorio
il ricordo.
Rossa,
sabbia fine
di un cuore
ormai asciutto…
Una lastricata
impronta
tra le piastrelle
e il vetro.

Che teatro
che è la vita!
Una recita
senza appello,
così uguale nel giorno
che scavalca l’altro.
E la notte?
… Trascorre…
a contare la distanza
tra la lampada e lo specchio.
A cantare in sordina
e senza audio
dei miracolosi dubbi,
delle Scintille
accese spente
contro vento.

L’invisibile
agita le ombre,
mentre da fuori,
nel vuoto accumulato,
Io…
“mi guardo”.

 

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